Progetto coLABoRA a Ravenna: aperta fino al 30 settembre la nuova call per startup e idee d’impresa

Il progetto da sostegno alla formazione e spazi lavoro a startup, spinoff e giovani imprenditori

Formare e far crescere imprenditrici e imprenditori consapevoli e responsabili, portatori di idee d’impresa innovative e sostenibili, legate alle vocazioni tipiche del territorio e ai maggiori trend globali di sviluppo. Con questo spirito prende avvio la VI edizione del progetto coLABoRA, con l’apertura del bando per partecipare gratuitamente al percorso di coLABoRA, edizione 2022/2023.

 

Il Comune di Ravenna ha infatti pubblicato oggi, 29 luglio, il nuovo bando finalizzato a selezionare i progetti d’impresa che avranno accesso gratuito agli spazi e ai servizi offerti dall’incubatore della Darsena. Il bando si trova a questo link. Il form di candidatura è invece presente al seguente link.

Alla call, che resterà aperta fino al 30 settembre, possono partecipare startup già avviate, spin-off universitari ma anche singoli cittadini, gruppi informali o associazioni con idee imprenditoriali più o meno definite. In palio un percorso d’incubazione di 6 mesi e un montepremi complessivo di 4.000 euro messo a disposizione dall’amministrazione comunale. Per partecipare, gli interessati possono compilare l’apposito modulo presente sul sito di coLABoRA.

 

I progetti d’impresa selezionati nel 2021 sono stati AIRA, AncorAma, Notum Alpha e Social To App. AIRA ha sviluppato nei mesi d’incubazione il prototipo di un dispositivo intelligente che, grazie a un sistema di computer vision basato sull’intelligenza artificiale, è in grado di riconoscere i rifiuti, differenziarli e comprimerli. In ballo ora, per il giovanissimo team di stanza a Brescia, una possibile collaborazione con un grande gruppo industriale. AncorAma, neonata cooperativa sociale, nei mesi d’incubazione a coLABoRA ha aperto in Darsena il centro polifunzionale REEF che offre servizi educativi, formativi, psicologici e di sostegno alla genitorialità a tutte le famiglie ravennati. Per il futuro, la cooperativa immagina di utilizzare il digitale per arrivare ad un pubblico ancora più ampio. Notum Alpha rientra invece nel settore dell’agritech, e sperimenterà a breve, nei campi di alcune aziende partner, la tecnologia ideata dal team per favorire il risparmio idrico in agricoltura. Social To App, progetto portato avanti da un giovanissimo intraprendente ravennate, guarda invece al sempre più florido mondo della Creator Economy. Social To App è una web app, già attiva e funzionante, che offre numerosi servizi a youtuber, influencer, creator, ma più in generale a tutti coloro che lavorano con i social network e il digitale. Durante i mesi a coLABoRA, Social To App ha definito meglio il prodotto, validato diverse funzionalità e ideato il piano di sviluppo dei prossimi anni. Ai quattro team l’Amministrazione Comunale ha consegnato quest’anno anche una certificazione di partecipazione al percorso di formazione, tutoraggio e mentorship gratuito a cui hanno avuto accesso. Un percorso d’eccellenza, coordinato da Fondazione Eni Enrico Mattei, focalizzato sulla validazione dell’idea di business, l’analisi strategica, lo sviluppo del business plan e delle competenze hard e soft.

 

Il progetto coLABoRA, reso possibile grazie alla volontà del Comune di Ravenna, al sostegno iniziale della Regione Emilia-Romagna, ed all’impegno della Fondazione Eni Enrico Mattei, ha visto negli anni oltre 80 progetti candidati ai 5 bandi per startup pubblicati, 20 realtà imprenditoriali accompagnate, più di 970 ore di formazione e tutoraggio erogate, oltre a diversi workshop, eventi e webinar realizzati per tutta la cittadinanza ravennate e non solo. È, oltre ad un incubatore, uno spazio di coworking che offre postazioni a prezzi calmierati a PMI innovative e liberi professionisti, che trovano a coLABoRA un luogo accogliente e stimolante dove poter lavorare.

 

Tramite coLABoRA si diffondono i temi dell’innovazione e del fare startup, e si lavora sul mindset dei team incubati perché capiscano oneri ed onori del fare impresa, ed accettino anche il possibile fallimento. La cultura del fallimento, tipicamente lontana dal DNA italiano, è invece di fondamentale importanza per portare avanti l’innovazione. Quando si seguono strade nuove, è infatti possibile sbagliare rotta, ma non è un male. L’importante è riconoscere l’errore e, quando possibile, correggere il tiro. Come ha detto Thomas Edison a proposito dell’invenzione della lampadina: «non ho fallito duemila volte, ho solo trovato millenovecentonovantanove modi in cui non andava fatta».

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