Processo per la morte del dottor Molducci. La perizia della difesa: «Non è causata dai farmaci»

Il medico di Campiano è deceduto a 67 anni il 28 maggio 2021. Sono accusati di omicidio pluriaggravato il figlio e la badante dell'uomo, che - secondo l'accusa - lo avrebbero ucciso mediante un sovradosaggio di farmaci, per motivi economici

Lunedì 15 aprile, al Tribunale di Ravenna, si è tenuta un’udienza del processo per la morte Danilo Molducci, medico di Campiano, deceduto a 67 anni il 28 maggio 2021. Il processo vede come accusati di omicidio pluriaggravato il figlio del medico, Stefano Molducci, e la badante Elena Vasi Susma.

Il cuore dell’udienza è stata la perizia effettuata dai professori Paolo Fais dell’Università di Bologna e Alberto Salomone dell’Università di Torino per individuare la causa del decesso di Molducci. Secondo quanto risulta dalla perizia chiesta dalla difesa, le sostanze rinvenute nel corpo dell’uomo non sarebbero la causa della sua morte.

Nel corpo del dottore, infatti, sono state rivenute sostanze su tessuti e liquidi biologici. L’obiettivo dell’udienza è capire se quelle siano la causa della morte, cioè se la quantità fossero sufficienti a causarne il decesso. La perizia richiesta dagli avvocati difensori Antonio Giacomini e Claudia Battaglia avrebbe accertato che il decesso non può ritenersi causato dalle sostanze – amlodipina e benzodiazepine – trovate nel cadavere di Molducci. 

Al contrario, secondo l’accusa, il figlio di Molducci avrebbe messo in atto un piano premeditato, uccidendo il padre attraverso un sovradosaggio di farmaci, mosso da motivi economici. Sarebbe stato aiutato dalla badante, che, secondo l’accusa, avrebbe acquistato le medicine anche con ricette contraffatte e poi le avrebbe somministrate al dottore. Già al momento della morte di Molducci, la donna era indagata proprio per l’uso di ricette false.

Leggi anche: Chieste 40 condanne nel processo per falsi vaccini. Tra questi anche Alberto Ferrero (FdI)

Dalla stessa categoria