Precarietà, divario generazionale e di genere gli argomenti al Congresso CGIL Ravenna

preoccupazione per il 2023 e il mercato del lavoro

Il teatro Goldoni di Bagnacavallo ha ospitato questa mattina la prima parte dei lavori del settimo congresso provinciale della Cgil di Ravenna. Dal palco ha preso la parola la segretaria generale uscente della Cgil di Ravenna, Marinella Melandri, che ha tenuto la relazione introduttiva del congresso.

 

La Cgil vanta sul territorio provinciale 32 Camere del lavoro e oltre 70mila iscritti: “Il nostro obiettivo – dice Melandri – è continuare a essere punto di riferimento per i bisogni delle persone e per le comunità locali, perché offriamo oltre la tutela individuale e collettiva, anche socialità, democrazia partecipata, occasioni di confronto e di discussione di problematiche del territorio”.

Oltre a ripercorrere le sfide affrontate dalla Cgil e dalla società negli ultimi anni – tra cui la pandemia e il conflitto in Ucraina – Marinella Melandri si è soffermata sul contesto economico e sociale ed occupazionale della provincia.

 

Lo stato di salute dell’economia ravennate

Secondo Prometeia – ha detto la segretaria uscente – in provincia di Ravenna, dopo un 2021 record (+6,9%) che ha consentito di recuperare larga parte di quanto perso durante la pandemia, nel 2022 l’economia ha registrato un rallentamento crescendo solo del 3,2% e le previsioni per quest’anno sono in ulteriore peggioramento. I dati del 2022 raccontano di una frenata dell’attività nell’industria (-0,7%), mentre la crescita è stata sostenuta dalle misure a favore delle ristrutturazioni edilizie e dai piani di investimento pubblico oltre che dai servizi (+3,5%). Nel 2023 si accentuerà lo scenario recessivo per l’industria (-1,9%) mentre si prevede una dinamica ancora positiva ma di minore intensità nei servizi e nelle costruzioni. Si prevede un ulteriore rallentamento dei consumi dovuto alle dinamiche inflattive e alla riduzione di reddito disponibile, con effetti negativi sul valore aggiunto. La dinamica delle esportazioni provinciali (+16%) ha offerto sostanziale sostegno alle imprese soprattutto nella prima parte dell’anno scorso confermandone l’importanza come driver di sviluppo. Nel 2023 anche questa variabile è destinata a subire un ridimensionamento in linea con il rallentamento del commercio mondiale”.

 

Marinella Melandri sottolinea che questi dati economici hanno effetti diretti sul tenore di vita, in particolare per le famiglie a basso reddito che da mesi faticano a pagare affitti, bollette, spese sanitarie e alimentari. I livelli salariali e delle pensioni, in assenza di adeguate misure di taglio del cuneo fiscale, non consentono di far fronte all’impennata dell’inflazione.

 

Il mercato del lavoro

“Le criticità – prosegue la segretaria – si riflettono in modo evidente sul mercato del lavoro, infatti, il trend positivo dell’occupazione del 2021 non è proseguito nel 2022 (-0,3%) ed è destinato a peggiorare nel corso dell’anno. Il tasso di disoccupazione, sceso al 6,2% nel 2021, nel 2022 è arrivato al 4,9% (4,8% in Emilia Romagna e 8,2% in Italia). In pratica la spinta propulsiva dell’economia reale si è protratta per tutto il primo semestre, grazie anche all’andamento positivo dell’industria manifatturiera, dell’edilizia e del commercio con l’estero, rallentando poi progressivamente a causa dell’incertezza sulla disponibilità di energia e dell’aumento incontrollato, con un effetto depressivo su fiducia e crescita. L’analisi qualitativa dell’occupazione ci consegna un quadro in netto peggioramento dopo la pandemia, con un aumento della precarietà e del divario generazionale e di genere: in sostanza la ripresa occupazionale dell’ultimo biennio è segnata da lavoro povero, rapporti di lavoro brevi, volatili, da part time involontari che ancora una volta lasciano ai margini donne e giovani, risentendo anche della vocazione alla stagionalità della nostra economia. Tuttavia, rispetto ad altre realtà limitrofe, il mercato del lavoro si è caratterizzato negli ultimi tempi per una significativa dinamicità. I dati evidenziano contraddizioni dovute alla coesistenza di processi opposti, in un  contesto produttivo nel quale sta cambiando anche la natura dell’occupazione”.

 

Cassa integrazione nel 2022

La cassa integrazione autorizzata, dopo i 19 milioni del 2020, fino a novembre del 2022 si attesta su 1.600.000 ore, valore che ci riporta ai livelli del 2014/2015, al netto della conclusione di processi di ristrutturazione che hanno interessato importanti realtà produttive della provincia. “L’incertezza sul futuro e i segnali che vengono dalle categorie, ci fanno temere una nuova impennata nei prossimi mesi – aggiunge Melandri -. In questa realtà in evoluzione, risulta strategico orientare e finalizzare gli investimenti e mantenere la barra dritta sulle iniziative in grado di generare buona occupazione da parte del sistema d’impresa e delle istituzioni. Le premesse per un nuovo impulso all’economia provinciale ci sono, ma è necessario governare la qualità dello sviluppo, selezionando gli investitori ai quali vanno richieste precise condizioni d’ingresso in termini di legalità, qualità del lavoro, garanzia di stabilità, di sicurezza, di rispetto delle regole”.

 

Le misure del Governo

Marinella Melandri esprime preoccupazione per la linea dell’esecutivo: “Le prime azioni del governo Meloni si sono concretizzate in una Legge di bilancio regressiva e socialmente iniqua, contro la quale abbiamo scioperato il 16 dicembre insieme alla Uil. L’allargamento della flat tax, la reintroduzione dei voucher, il taglio della rivalutazione delle pensioni, l’abolizione del reddito di cittadinanza, l’indulgenza verso chi non paga le tasse sono provvedimenti di natura identitaria, che non rispondono strutturalmente alle emergenze del Paese, anzi le aggravano, aumentando i tanti divari esistenti”.

 

Le critiche al Governo si concentrano anche sugli indirizzi che riguardano gli assetti istituzionali, dal presidenzialismo all’autonomia differenziata, e sulla gestione dell’immigrazione: “L’individuazione di Ravenna come porto sicuro per la Ocean Viking, dopo gli sbarchi selettivi di qualche settimana fa, segna una nuova frontiera nell’accanimento contro i salvataggi in mare da parte delle Ong e contro gli ultimi. Il nuovo regolamento per le Ong varato dal governo Meloni, mira a ridurre drasticamente la possibilità di primo soccorso in mare, con conseguenze drammatiche, poiché le navi potranno approdare in Italia solo se “il porto di sbarco assegnato è raggiunto senza ritardo per il completamento dell’intervento di soccorso”, a pena di pesanti multe, fino al fermo amministrativo e alla confisca della nave. Si vuole così limitare l’operatività delle navi umanitarie e moltiplicare i costi dei soccorsi in mare per tutte le navi delle Ong. Un tentativo disumano di disapplicare le leggi internazionali che impongono e regolano il soccorso in mare, a fronte di cifre drammatiche: nel 2022 quasi 1.400 persone hanno perso la vita nel Mediterraneo centrale. All’arrivo a Ravenna dell’Ocean Viking, la mobilitazione della cittadinanza, cui ha contribuito anche la Cgil,  rappresenta un esempio di civiltà e di come nel territorio si trovino risorse umane e valoriali straordinarie, che traducono in azioni concrete a servizio della collettività i principi dell’accoglienza, dell’inclusione e della solidarietà”.

 

Il programma del Congresso di venerdì 13 gennaio

Venerdì 13 gennaio la ripresa dei lavori è prevista alle 8,45, seguirà il dibattito congressuale. Dopo la pausa pranzo, verranno illustrati i documenti delle commissioni e alle 16 è in programma l’intervento conclusivo di Paride Amanti, segretario della Cgil Emilia Romagna. Seguiranno la convocazione dell’assemblea generale e l’elezione del segretario generale della Cgil della provincia di Ravenna.

Dalla stessa categoria