Dopo l’omicidio di Pierina Paganelli, le minacce alla sorella di Ravenna: «Adesso tocca a te»

L'omicidio di Pierina Paganelli è avvenuto a Rimini nella notte tra il 3 e 4 ottobre, nei sotterranei del condominio dove la vittima abitava. Gli altri inquilini sono tutti famigliari o amici della comunità dei Testimoni di Geova

Dopo l’omicidio di Pierina Paganelli – avvenuto a Rimini tra la notte di martedì 3 e la mattina di mercoledì 4 ottobre – anche la sorella della vittima, residente a Ravenna, è stata minacciata al telefono con un inquietante «Adesso tocca a te». Le minacce alla donna dopo l’omicidio della sorella hanno fatto scattare ulteriori accertamenti da parte della Polizia e degli inquirenti.

La telefonata, in forma anonima, è arrivata poche ore dopo il ritrovamento del cadavere. Gli inquirenti stanno lavorando per individuare l’origine della telefonata, in modo da trovare l’autore delle minacce e forse capire qualcosa in più anche sull’omicidio.

L’omicidio di Pierina Paganelli

Il fatto è avvenuto nei sotterranei del condominio in via del Ciclamino 31 nella frazione di Ca’ Acquabona a Rimini. Paganelli ha lottato disperatamente, ma una delle 17 coltellate le è stata fatale.

Il corpo della signora 78enne è stato trovato la mattina del 4 ottobre intorno alle 8.30 dalla nuora Manuela Bianchi, che abita in un altro appartamento del condominio.

Martedì sera la donna era andata a un incontro di preghiera dei Testimoni di Geova di Rimini. Era rientrata approssimativamente intorno alle 22 e aveva parcheggiato l’auto nel suo garage. Lì sarebbe stata trovata dall’assassino, che, nelle ipotesi degli inquirenti, potrebbe averle teso una trappola.

Il condominio di via del Ciclamino

Nel condominio vivono il figlio della vittima, Giuliano Saponi – che in primavera aveva subito un’aggressione da parte di ignoti – con la moglie (che ha trovato il corpo), il consuocero Duilio Bianchi e un uomo sospettato di essere l’amante di Manuela Bianchi.

Tutti gli appartamenti sono collegati al sotterraneo comune, nel quale si trova anche il box auto di Pierina, cioè dove è avvenuto l’omicidio.

Sono stati descritti come “molto uniti tra loro”, come “una famiglia coesa”, parte integrante e attiva della comunità dei Testimoni di Geova di Rimini.

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