I pavoni resteranno a Punta Marina: Comune di Ravenna e associazione Clama stanno raggiungendo un accordo per mettere in atto delle soluzioni che tutelino sia il cittadino sia l’animale. Il progetto prevede una serie di iniziative volte da un lato all’educazione di abitanti e turisti, dall’altro al contenimento degli animali attraverso dissuasori con getti d’acqua o rumori improvvisi.
«I pavoni resteranno – spiega l’assessora Federica Moschini, con delega ai diritti degli animali – anche perché non abbiamo alternative, dal momento che chi si era proposto per portarli via, anno scorso, si è poi ritirato a causa di pressioni esterne. Noi non sappiamo esattamente quanti siano, anche perché non sono del Comune, ma Clama ne ha stimati una settantina. Non dovrebbero essere aumentati, perché le femmine covano le uova a terra, che vengono spesso intercettare dai predatori».
Lo scorso anno era stato pubblicato dal Comune un avviso di interesse, rivolto a parchi pubblici e privati. Ad esempio, si pensava al Parco Bucci a Faenza o a quello di Cervia, ma nessuno dei due ha dato disponibilità; oppure al ristorante “La Campaza”, che nel suo spazio ha già altre specie animali in libertà. Solo un privato – con un grande parco – aveva manifestato interesse per prenderne una ventina, ma le associazioni animaliste non sono state d’accordo.
«Ad oggi, Clama ha avanzato una proposta – continua Moschini – mirata all’educazione e alla tolleranza reciproca. Attraverso cartellonistica si vuole rendere consapevole la cittadinanza dell’importanza di questi animali, in modo da non doverli allontanare. Dal punto di vista del contenimento, saranno previsti dissuasori con getti d’acqua e rumori. Noi come Comune stiamo vagliando la proposta».
La convivenza tra pavoni e cittadini o turisti non è semplice. Tra le casistiche più sofferte dagli abitanti ci sono le carrozzerie delle auto ammaccate, poiché specchiandosi e non riconoscendosi, i pavoni attaccano con il becco; oppure la vernice portata via a causa degli escrementi. A infastidire sono anche i versi nella notte e i fiori mangiati nei giardini delle case. Soprattutto in estate, è frequente vedere i cittadini che cercano di allontanarli con getti d’acqua o con rumori e gesti, ma è probabile che qualcuno si sia anche munito di pistola ad aria compressa.
«A casa mia – spiega Chiara Cangini, abitante di Punta Marina – se ne vedono ogni giorno tra i 10 e i 15 alla volta: li ho sul tetto, a volte sul terrazzo e spesso mangiano i fiori di mia nonna che abita al piano di sotto. Si mettono in mezzo alla strada e io faccio fatica a passare con la macchina. Ormai ci siamo abituati e abbiamo capito che correndogli in contro e facendo rumore dopo un po’ se ne vanno».
Anche se i cittadini cercano di allontanarli dal proprio giardino, i pavoni sono benvoluti da molti: ma spesso anche chi ha le migliori intenzioni non è formato per gestire le situazioni che si trova ad affrontare.
«La cosa più strana che ci è capitata – continua Cangini – è che abbiamo visto nascere tre piccoli. La mamma li portava sempre sotto le ali e un giorno ci siamo accorti che aveva perso un cucciolo, finito nel nostro giardino. Glielo abbiamo riportato, ma continuavamo a ritrovarlo e dopo un po’ abbiamo capito che era la madre stessa che lo allontanava e non lo voleva con lei. Ci abbiamo messo molto a capire come intervenire: non conosciamo i comportamenti della specie. Alla fine però sono sopravvissuti tutti e tre».
Nonostante la convivenza tra persone e pavoni non sia sempre semplice, gli animali restano un attrazione per i turisti e un simpatico simbolo di Punta Marina. Resta però un dubbio: se sia opportuna o meno la presenza di un numero così elevato di esemplari di una specie non autoctona all’interno dell’habitat naturale della pineta.
Secondo gli esperti a cui si è rivolto in passato il Comune, infatti, i pavoni – che si nutrono di frutti, semi, bacche, insetti e piccoli vertebrati – essendo grandi ed essendo tanti, toglierebbero cibo ad altre specie, come pettirosso e scoiattolo rosso. Questi ultimi pian piano starebbero preferendo altre zone del litorale. La preoccupazione, dunque, riguarda una possibile alterazione della fauna della zona e un impoverimento della biodiversità.
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