Inaugurata la “Panchina della Speranza” a Pisignano, nella Giornata dell’Alzheimer

Fa parte del progetto “Cervia Comunità Amica delle persone che vivono con la demenza”

In occasione della Giornata mondiale dell’Alzheimer (21 settembre) – oltre all’inaugurazione del nuovo Centro Demenze di Ravenna – questa mattina a Pisignano, nel giardino di fronte alla scuola primaria Enrico Fermi, è avvenuta l’inaugurazione della “Panchina della speranza“. Si tratta di importante tassello del progetto “Cervia Comunità Amica delle persone che vivono con la demenza”.

All’iniziativa erano presenti il sindaco Massimo Medri, il presidente del Consiglio comunale Gianni Grandu, la presidente del Consiglio di zona Anna Altini e la facilitatrice del progetto “Sente-mente®” Lucia Fabbri.

Realizzato anche grazie al contributo della Fondazione della Cassa di Risparmio di Ravenna, il progetto prevede di posizionare in tutti i parchi della città e delle frazioni del territorio le Panchine della speranza, luoghi di incontro, ascolto, inclusione, emozioni tra la persona che vive con demenza e il suo familiare o un amico o un volontario o una persona della comunità.

Le Panchine della speranza e il loro messaggio sono un fondamentale contributo al progetto “Cervia Comunità Amica delle persone che vivono con la demenza”, il cui obiettivo è che le persone con demenza si sentano parte della comunità in cui vivono e possano parteciparvi attivamente. Il progetto intende infatti creare una comunità nella quale le istituzioni, la popolazione di tutte le fasce di età, le Associazioni, le scuole, le categorie professionali, le attività commerciali, amici, professionisti della Cura e della Relazione, ciascuno per la propria parte, possa far sentire a casa le persone che vivono con demenza e i loro familiari.

In questo percorso, avviato nel 2021, Cervia è accompagnata da un modello di pensiero e azione denominato “Sente-mente®”, un metodo innovativo per guardare alla demenza, che non si limita a puntare l’attenzione sulla perdita di memoria e di abilità cognitive, ma è consapevole che la persona possiede, fino all’ultimo, la capacità di provare emozioni e sentire quelle altrui. Per questo il termine “de-mente” (fuori dalla propria mente) viene sostituito dal termine “Sente-mente” (perché la persona ancora “sente”).

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