Le manifestazioni contro Omc. «È un vero e proprio “contro convegno”»

Erano iniziate sabato. Martedì 24, con l'avvio di Omc, ha visto un eterogeneo gruppo di manifestanti portare le proprie idee fuori dal Pala De André

È iniziata martedì 24 ottobre, l’Omc di Ravenna, fiera dell’energia che attira figure istituzionali italiane, europee e i rappresentati delle maggiori aziende del settore. Oltre agli interventi al Pala De André, in Darsena è stato posato il primo prototipo di impianto solare galleggiante di Agnes, parte del progetto che vuole trasformare Ravenna nell’hub delle rinnovabili. Nella prima giornata non sono mancate le manifestazioni contro Omc, che già erano iniziate sabato in Piazza del Popolo. Fuori dal Pala De André, Rete Emergenza Climatica e Ambientale Emilia-Romagna, Gruppo Energia per l’Italia e Rete NoRigass NoGnl hanno manifestato.

«I protagonisti dell’industria energetica (istituzioni, associazioni, istituti universitari, e i vari portatori d’interesse) – sostengono i manifestanti – stanno facendo a gara per accreditarsi come attori di quella che si continua a definire transizione ecologica. In realtà, secondo le imprese che fanno capo a questo vertice, nonché per il Governo e la gran parte degli esponenti politici, questa “transizione” continuerà a coincidere con l’espansione del ricorso alle fonti fossili, dall’approvvigionamento al trasporto, alla distribuzione e all’utilizzo. Le ultime notizie dal potere centrale parlano dell’imminente Decreto-legge che – invocando per l’ennesima volta un’emergenza energetica che in realtà non è stata mai dimostrata – darà ai paladini del fossile un via libera a devastare il Paese».

«Già ieri – continuano -, un certo numero di esponenti dell’associazione “Greenpeace” aveva invaso pacificamente un campo da golf dove gli alti esponenti della manifestazione “fossilista” si rilassavano in attesa di partire alla carica nella tre giorni del Pala De André.  Nella notte in città sono comparsi cartelli di critica e di rifiuto del sistema fossile, e di denuncia dei suoi effetti sulla vita nel Pianeta. Questa mattina, un folto gruppo di attiviste/i e di cittadine/i, con le armi della nonviolenza e della protesta pacifica, hanno manifestato davanti e attorno alla sede del vertice, denunciando l’ambiguità di chi parla di transizione e decarbonizzazione, ma poi continua imperterrito a rapinare la Terra e aggravare la crisi climatica».

«Lo stop ai sussidi per le fonti fossili, un grande piano per le energie rinnovabili e lo spostamento dell’energia dal settore del profitto a quello dei beni comuni, così come la bonifica delle aree che fino ad oggi sono state sacrificate alla logica del profitto di rapina e l’arresto dell’irresponsabile consumo di suolo – proseguono – sono le parole d’ordine. Il movimento le sta portando avanti in molteplici luoghi del Paese, allargandosi in modo progressivo e inarrestabile. Comitati e vertenze si vanno formando in ogni dove, in contatto e collegamento fra loro, sfatando quella vulgata che vorrebbe animati da logiche di campanile i gruppi di persone che protestano per salvare Madre Terra e le sue risorse».

«La settimana – concludono – si preannuncia ancora fitta di eventi. Un vero e proprio “contro convegno” inizia oggi (martedì) pomeriggio al Polo delle Arti di Piazza Kennedy con la presentazione del libro di Mario Pizzola “La sporca pace”, a testimoniare il legame strettissimo esistente fra l’estrattivismo e le guerre. Poi, domani (mercoledì) pomeriggio e giovedì sera alla Sala Ragazzini, nonché venerdì sera alla Sala Buzzi di Ravenna, ulteriori sessioni affronteranno gli aspetti scientifici della crisi climatica, i suoi rapporti con la gestione del territorio e il panorama delle alternative, già oggi praticabili. La mobilitazione non finisce qui. Essa prenderà forma in nuovi appuntamenti, a Ravenna, nella regione, in tutto il Paese, coinvolgerà sempre più realtà e sempre più persone che non accettano di essere trattate come soggetti sacrificali sull’altare dell’onnipotente dio del profitto».

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