Libri scolastici usati a Ravenna. Antolibri: «A causa della crisi, sempre più famiglie si rivolgono a noi»

Come ogni anno a settembre c'è la corsa di studenti e genitori all'acquisto di testi scolastici. Antonello Cicci spiega come funziona la compravendita di libri usati, un settore ormai per pochi.

L’insegna dice “Antolibri. Libri usati scolastici, universitari e varia“. Davanti al negozio, in via Alessandro Volta 32 a Ravenna, ci sono almeno tre carrelli pieni di libri. All’entrata c’è il tipico distributore rosso da supermercato per prendere il numero e attendere in fila il proprio turno. Arrivano e se ne vanno ragazzi e genitori con borse piene di libri da consegnare o persone con la lista dei libri da ordinare o ritirare. È il consueto via vai che si trova a settembre in librerie e cartolibrerie, quando genitori e figli si affrettano nella corsa ai testi scolastici, nella speranza che arrivino prima dell’inizio delle lezioni, fissato quest’anno per venerdì 15 settembre.

Antonello Cicci, titolare di “Antolibri” – il cui volto è ritratto nella ‘O’ dell’insegna – da molti anni lavora nel settore dei libri usati e spiega i meccanismi della compravendita di testi scolastici e universitari usati.

Cicci, ormai siete rimasti quasi gli unici a Ravenna a lavorare esclusivamente con libri scolastici usati. Perché?

«Ci sono altri due o tre colleghi che lo fanno e collaboriamo insieme, ma hanno dimensioni più ristrette. Anche perché non è facile fare l’usato: bisogna conoscere il prodotto, le adozioni, le rotazioni che ha, occorre sapere che l’anno prossimo un tal libro non andrà più perché sarà dismesso. Bisogna sapere anche cosa andrà nei dintorni, perché se il libro va a Cesena o a Rimini, si può collaborare. Noi abbiamo libri che hanno una copertura da Bologna fino a Pesaro, poi ho una rete di colleghi sparsi in tutta Italia, degli amici, con cui collaboriamo attraverso scambi e ci aiutiamo».

E voi come fate a tenervi aggiornati?

«Ci sono le liste. Ogni anno a giugno le scuole sono obbligate a pubblicare le liste dei libri adottati per l’anno scolastico successivo. È una regola del MIUR. Siamo l’unico esercizio in Italia che garantisce il prodotto. Tutti i libri hanno garanzia totale fino al 30 ottobre, cioè, se un alunno decide di cambiare scuola o se la scuola dovesse cambiare qualcosa, la spesa viene totalmente rimborsata e noi riprendiamo i libri. È scritto in un’etichetta dietro tutti i libri che vendiamo».

Quanto risparmiano gli studenti acquistando qui?

«Su tutti i libri facciamo il 40% netto di sconto sul prezzo di copertina. Siamo tra i pochi, se non gli unici, che fanno il 40% netto anche sui libri universitari. Inoltre, a seconda dell’usato che il cliente porta e che io posso riciclare, si può recuperare una quota. Questa quota può essere o pagata direttamente o utilizzata come credito per altri acquisti».

Quindi niente conto vendita?

«Non faccio conto vendita, è una mia politica. A me piace che le persone non abbiano qualcosa in sospeso. I ragazzi che entrano in negozio, vengono con i loro libri e devono andare via con i loro soldi o con altri libri».

E se ad esempio io prendessi quest’anno un libro qui in negozio e lo riportassi il prossimo anno?

«Chi mi porta i libri ottiene il 25% del prezzo pagato. Perciò se un libro è nuovo sarà il 25% del prezzo di copertina; mentre, se è già usato, sarà il 25% del prezzo che ha pagato».

Invece i libri nei carrelli all’esterno del negozio? Di cosa si tratta?

«Sono libri che non sono più adottati. Noi non li maceriamo, li destiniamo. Non posso dire esattamente dove e a chi, ma abbiamo un collega che li stocca a Roma, non vanno in vendita ma in beneficienza. Può essere Caritas o altri enti e li mandiamo nella capitale perché ci sono molte più adozioni che nel resto d’Italia. Chi ci porta libri non più adottati non riceve niente, semplicemente se ne sbarazza. Poi finché sono qui fuori, tutto ciò che è all’esterno è gratuito e si può prendere liberamente. Possono essere libri scolastici vecchi, libri di lettura per bambini, classici della letteratura. Tutto quello che non compriamo, lo omaggiamo».

Come sono le proporzioni di vendita? Vendete più medie, superiori o università?

«L’universitario è in sviluppo. Prima ad esempio c’era il “Libraccio” che da Bologna a Ferrara restituiva una piccola percentuale. Siccome la nostra percentuale è superiore, i ragazzi se ne sono accorti e hanno iniziato a portarci i loro libri. In questo modo stiamo ampliando il nostro parco libri. Siamo partiti forse con due campate di una libreria, ora invece siamo a uno scaffale intero. Tra medie e superiori riusciamo a lavorare di più con le superiori, perché alle medie hanno una rotazione molto più frequente dei titoli».

Le persone che si rivolgono all’usato sono in aumento?

«Sì, c’è sempre più crisi, quindi le famiglie che si rivolgono a noi sono di più, nonostante la rotazione. Poi quest’anno c’è stato un aumento importante nel prezzo medio dei libri, quasi un 30% in più rispetto all’anno scorso. È tanto su una lista di circa 300 euro. Poi facciamo molto anche con le associazioni del territorio, come ad esempio la Caritas di San Pietro in Vincoli, sanno che se hanno bisogno possono sempre contare su di noi».

Concludendo, in media una persona che viene qui quanto spende per acquistare tutti i suoi libri?

«Da noi in media una persona spende dai 120 ai 160 euro. Bene o male ci sono sempre quei 3 o 4 libri nuovi che si devono comprare altrove, quindi non si arriva mai a fare un 40% del totale. Chi mi porta i suoi libri, però, riesce anche a recuperare qualcosa».

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