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“Le Supplici” di Euripide in scena al Teatro comunale di Russi

Dopo il sold out di Iliade, la stagione teatrale di Russi prosegue giovedì 22 febbraio con inizio alle 20.45 con un altro testo classico, “Le Supplici” di Euripide, con la regia di Serena Sinigaglia.

La trama

Nella tragedia, rappresentata per la prima volta tra il 423 e il 421 a.C., un gruppo di donne di Argo, madri dei guerrieri morti nel fallito assalto a Tebe (raccontato da Eschilo nei Sette contro Tebe), si riunisce presso l’altare di Demetra a Eleusi per supplicare gli ateniesi di aiutarle a dare degna sepoltura ai figli, poichè i tebani negano la restituzione dei cadaveri.

Il re ateniese Teseo decide di aiutarle. Quando un araldo tebano giunge per intimargli di non intromettersi negli affari di Tebe, invano il re tenta di indurre l’araldo all’osservanza della propria legge che impone di onorare i morti, ingaggiando con lui un dialogo nel quale il re difende i valori di democrazia, libertà, uguaglianza di Atene, contrapposti alla tirannide di Tebe. L’accordo non viene trovato e la guerra tra le due città è inevitabile.

Parola alla regista

«Amo i classici da sempre – commenta Serena Sinigaglia – con essi imparo cos’è il teatro e cos’è l’essere umano. Con i contemporanei imparo a conoscere la realtà presente e l’epoca in cui vivo. Insomma classico e contemporaneo si riguardano, si specchiano l’un con l’altro, si nutrono a vicenda. Come tradizione e innovazione. Il crollo dei valori dell’umanesimo, il prevalere della forza, dell’ambiguità più feroce, il trionfo del narcisismo e della pochezza emergono da questo testo per ritrovarsi intatti tra le pieghe dei giorni che viviamo. È incredibile quanto una scrittura che risale al 423 a.C. risuoni chiara e forte alle orecchie di un cittadino del terzo millennio (…). Il discorso tanto caro a Euripide, che parla di pacifismo e amore tra i popoli, di dolore e di pietà di queste madri che hanno perso i figli, di un intero paese che ha perso i propri eroi, si intreccia con un sottile ragionamento politico, capace di rendere questa tragedia un unicum per l’antichità».

A partire dal testo originale di Euripide, la drammaturgia curata da Serena Sinigaglia e Gabriele Scotti ha rielaborato la nuova traduzione realizzata appositamente da Maddalena Giovannelli e Nicola Fogazzi. Tra gli interventi, si segnala l’inserimento di brani di altri autori tra cui Emil Cioran, Nicolò Machiavelli e Platone, con un risultato complessivamente compatto e potente.

Il prossimo appuntamento a teatro è martedì 5 marzo: in programma Amanti, con Massimiliano Gallo.

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