L’asinello Mais diventerà ‘papà’ bis. Durante l’alluvione simbolo della resistenza romagnola

Dalle drammatiche pagine dell’alluvione lo scorso maggio, sono emerse anche storie belle, tenere, che strappano un sorriso. Come quella dell’asinello Mais diventato, suo malgrado, simbolo di forza e resilienza, l’eroe della fattoria Chiocce Romagnole di Russi, isolata dal mondo, quando si temeva il peggio nelle interminabili giornate di pioggia e di vento.

Dopo essere rimasto due giorni con l’acqua alla pancia, si è fatto tre chilometri, districandosi tra acqua alta quasi un metro e mezzo e le correnti che rischiavano di trascinarlo via, facendolo annegare. In tanti ricordano le immagini in cui l’animale, infreddolito e stanco, seguiva i soccorritori nella corrente forte che trasportava via tutto. Dopo essere rimasto qualche giorno nell’azienda agricola Le Querce di San Savino di Fusignano, è ritornato a casa.

Due piccoli asinelli in arrivo

Oggi Mais non solo sta bene ma diventerà presto ‘due volte’ papà, visto che le sue due ‘fidanzate’ Nerina e Giuditta, sono entrambe incinta. I lieti eventi sono attesi per la primavera. «Mais era un animale destinato al macello – raccontano Rossella Tozzi e Jessica Fiuzzi, della fattoria Le Chiocce Romagnole –. Qui in zona, infatti, la carne di asinello è particolarmente apprezzata e utilizzata nelle cucine. Noi l’abbiamo salvato come già capitato con altri animali ospiti della fattoria che è diventata a poco a poco un’oasi per piccoli animali, allevati senza scopo di lucro, meta per chi ama il contatto con la natura».

Rossella e Jessica e l’impegno della ripresa: «ci serve una mano»

Rossella, 40 anni originaria di Brisighella, lavora come impiegata otto al giorno mentre Jessica fa i turni in fabbrica. La fattoria nasce dunque dalla loro passione e vive anche grazie all’aiuto delle altre persone che condividono la loro filosofia. Durante la bella stagione sono organizzati eventi per autofinanziare la struttura. Si tratta per lo più di visite guidate, compleanni e feste all’aria aperta, che sono l’occasione soprattutto per avvicinare i più piccoli agli animali e alla vita di campagna.

«Non dimenticheremo mai il lavoro dei volontari che ci hanno consentito in poco tempo di tornare alla fattoria – raccontano –. Non tutto però è ancora risolto, e per questo rivolgiamo un appello a chi può darci una mano per poter ripartire al più presto con le attività. Ogni giorno siamo alle prese con la costruzione di strutture per mettere al riparo gli animali, dato il crescente pericolo derivante anche dai lupi. C’è ancora da ripristinare il pollaio ma è difficile trovare artigiani liberi anche solo per qualche ora perché sono tutti impegnati in altri lavori in zona».

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