La testimonianza di Joseph, naufrago sulla Ocean Viking: «Ho incubi per le torture della guardia costiera libica»

Il naufrago Joseph testimonia la sua esperienza

Manca ormai pochissimo all’arrivo, per la seconda volta, dell’Ocean Viking al Terminal crociere di Porto Corsini con un carico di 84 naufraghi fra cui 58 minori non accompagnati. Sono stati soccorsi, martedì 14 febbraio, da un gommone stracarico in acque internazionali al largo della Libia. Molti di loro, saliti a bordo della nave della Ong Sos Méditerranée, soffrono di disidratazione e ipotermia. «Imporre quattro ulteriori giorni di navigazione ha gravi conseguenze, sulla salute fisica e mentale dei naufraghi che hanno già subito sofferenze in mare e in Libia», queste le dichiarazioni dei responsabili della Ong.
 
 
Alcuni di loro hanno raccontato al team medico a bordo le torture e le violenze subite. Come Joseph (ndr, nome di fantasia per proteggere l’identità del sopravvissuto), che si dichiara: «Traumatizzato dalle cose che ho visto». «Ho veri e propri incubi a causa degli orrori a cui ho assistito in Libia – racconta –. In particolare, sono legati ai comportamenti dei guardacoste libici che, quando catturano le persone nel Mediterraneo, non le rimandano indietro, ma le tengono in prigione (ndr, in realtà si tratta di detenzioni arbitrarie in veri e propri lager non ufficiali), chiedendo un riscatto. Si approfittano di persone che nella maggior parte dei casi hanno lasciato la loro casa a causa di brutte situazioni e non hanno i soldi per pagare. Alcune delle persone che ho incontrato, sono allucinate. Non sanno più distinguere la destra dalla sinistra, sono impazzite a causa delle cattive condizioni del carcere».
 
 
«Personalmente, prima di imbarcarmi – aggiunge Joseph –, sono stato per un breve periodo in prigione e ho visto gli orrori, i danni che stanno scatenando in chi viene catturato in mare. Ero terrorizzato dalla possibilità di essere preso, perché non avrei saputo come pagare l’incredibile cifra che chiedono per il riscatto, per riguadagnare la libertà. Credo che chiedano fino a 1.500-2 mila euro a persona. A volte, torturano chi non può pagare, arrivando anche ad accecare un occhio. Ho visto qualcuno a cui l’hanno fatto. Fanno una videochiamata alla famiglia e gli fanno vedere l’occhio, così da costringerli a mandare i soldi per salvare l’altro».

Dalla stessa categoria