Ma come si presenta la situazione e quali sono i limiti a cui va incontro il Comune nei prossimi mesi? «Il peso di questa scelta è rilevante – spiega La Pigna –. Gli enti locali, dall’inizio dell’esercizio provvisorio e sino all’approvazione del bilancio, da deliberarsi entro il nuovo termine derogatorio, possono effettuare spese in misura non superiore ad 1/12 delle somme previste dall’ultimo bilancio definitivamente approvato. Fanno eccezione le spese tassativamente regolate dalla legge, quelle non suscettibili di pagamento frazionato in dodicesimi e le spese a carattere continuativo necessarie per garantire il mantenimento del livello qualitativo e quantitativo dei servizi esistenti, impegnate a seguito della scadenza dei relativi contratti».
In materia di investimenti poi, ricorda La Pigna, è vietato il ricorso all’indebitamento e si possono impegnare solo le spese riguardanti lavori, pubblici di somma urgenza o altri interventi di somma urgenza, fermo restando la necessità di garantire la copertura finanziaria della spesa con entrate già accertate. Tra questi vi sono i lavori finanziati dal PNRR.
La Pigna rimprovera il silenzio di de Pascale e propone una possibile alternativa per rimediare al problema. «La nostra proposta prevede una manovra di bilancio da 29 milioni – continua Verlicchi – che include anche una riduzione delle tasse e del costo dei servizi comunali per 6 milioni di euro. Una visione che prevede un bilancio che abbia una spesa corrente molto più contenuta, al fine di liberare risorse per la riduzione delle tasse e del costo dei servizi e per incentivare lo sviluppo dell’economia, del lavoro e per rilanciare i consumi oggi in forte calo».
Per la Pigna, si tratta di tagliare le “spese improduttive nel settore della cultura a cominciare da una drastica riduzione del contributo alla Fondazione RavennAntica”. Tagli possono essere effettuati anche alla “miriade di contributi per progetti di calore culturale pressoché nullo e alle spese inutili del servizio sociale associato, che vede un numero impressionante di conti del bilancio”.
A tal riguardo, la Pigna richiede un tavolo tra giunta, maggioranza e opposizione per valutare alcune proposte della lista e attutire la situazione emergenziale che si presenta in questo momento. La lista civica propone di vendere almeno 3,5 milioni di azioni di Hera spa che al prezzo di 2,50 euro ad oggi sul mercato azionario comporterebbe un’entrata per Ravenna Holding di 8.750.000 e un introito per il Comune di Ravenna di circa 6.740.000 euro.
Così come propone una riduzione del capitale sociale di Ravenna Holding in favore dei soci di 8 milioni di euro, per un’entrata straordinaria per il Comune di Ravenna di almeno 6.160.000. Infine, la vendita di almeno 1 milione di azioni Sapir per un’entrata per Ravenna Holding di circa 5.296.000 euro e di conseguenza un’entrata per il Comune di Ravenna di circa 4.078.000 euro. Per un totale complessivo di circa 17 milioni di euro che sommati ai 6 milioni di euro di tagli dei costi improduttivi e di azioni per l’efficienza dei servizi comporterebbe una manovra fa 23 milioni di euro.
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