“La Musica senza Barriere”, l’esibizione in carcere dell’Orchestra “Luigi Cherubini”, diretta dal Maestro Riccardo Muti

l'orchestra Luigi Cherubini e Riccardo Muti, alla casa circondariale di Ravenna

“Queste iniziative riconciliano, e spazzano via tanti episodi di violenza gratuita e di malcostume che oggi riempiono le cronache quotidiane.”

Queste le prime parole del Prefetto di Ravenna Castrese De Rosa, pronunciate ieri al termine del concerto tenuto dall’Orchestra “Luigi Cherubini” nel cortile della Casa Circondariale per i detenuti ed il personale della struttura penitenziaria.

Presenti il Maestro Riccardo Muti e la Presidente del Ravenna Festival Cristina Mazzavillani insieme al Sovrintendente Antonio De Rosa.

La Musica senza barriere raggiunge i luoghi destinati al volontariato, alla cura e al recupero delle persone più fragili. Un impegno a cui i giovani musicisti della “Cherubini” anche quest’anno non hanno voluto rinunciare, tornando a raccogliere il testimone – morale e non solo artistico – del loro direttore Riccardo Muti e portando la musica laddove più si è sofferto e più si è rimasti soli.

Un’ iniziativa pregevole, che ha suscitato grande entusiasmo tra i detenutii ospiti della Casa Circondariale Ravennate, voluta dalla direttrice Carmela De Lorenzo e a cui hanno partecipato tutti i rappresentanti delle Istituzioni locali, delle Forze dell’Ordine e il Vice Provveditore dell’Emilia Romagna.

L’Orchestra si esibirà anche nei giardini e reparti di R.S.A., residenze per anziani, cooperative sociali, ospedali e centri riabilitativi della città, perché la musica sia un diritto inalienabile e un conforto offerto a tutti e perché nessuno sia prigioniero della più insormontabile delle barriere, il silenzio.

“Avete la possibilità di rialzarvi – ha affermato il Prefetto De Rosa rivolgendosi alla fine del concerto ai detenuti – spetta a voi, nessuno vi giudica per i vostri errori, noi vogliamo solo sostenervi, anche con questa meritoria iniziativa, per darvi una mano a non cadere più. Grazie alla musica che non è solo un atto estetico, ma anche etico, come ci insegna il grande Maestro Muti”.

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