07 Mar 2024 18:04 - Cronaca
Indagine per omicidio per il giovane morto sulla Sea Watch 5: «Soccorsi in ritardo, è morto dopo 2 ore»
La nave con 51 migranti a bordo e la salma del ragazzo arriverà a porto Corsini l'11 marzo alle 10
di Redazione
Si attivano le polemiche per il nuovo sbarco della Ong Sea Watch 5. La nave arriverà a Ravenna, lunedì 11 marzo alle 10 presso il Terminal Crociere di Porto Corsini a bordo 51 migranti più una salma di un 17enne. Nel mentre la morte del giovane dà il via a un’indagine per un’indagine per omicidio per chiarire l’accaduto.
I primi a sottolineare il problema sono proprio i membri della Sea Watch per il mancato intervento dopo la segnalazione dei casi gravi a bordo: «sebbene gli attori statali fossero a conoscenza dello stato critico delle persone a bordo – spiegano dalla Sea Watch – dalle ore 13:00 UTC, l’evacuazione medica di 4 pazienti da parte della Guardia Costiera Italiana è avvenuta solo dopo 9 ore, – A più di 2 ore dalla nostra prima richiesta urgente, un ragazzo di 17 anni è morto a bordo, dopo che era già stato rianimato dopo il salvataggio dalla nostra equipe medica».
Dalla nave continuano a chiedere permesso di ingresso immediato al porto più vicino per portare a riva tutti i superstiti e il corpo di un ragazzo di 17 anni, il viaggio per raggiungere Ravenna avrà una durata di 4 giorni con 3,5 metri di onde.
«Probabilmente non c’è bisogno di spiegare – continuano sui social della Sea Watch – cosa significa uno sforzo fisico e mentale un viaggio di 7 giorni attraverso il Mediterraneo per tutti i sopravvissuti a bordo. Più persone soffrono di disidratazione e ustioni da carburante, 4 dei nostri ospiti sono minori non accompagnati, e il corpo del ragazzo deceduto è ancora a bordo. Nulla di questa situazione è necessario, tutto in questa situazione è calcolo politico. Autorità europee – rapide ed efficaci quando si tratta di bloccare i salvataggi civili, ma inattive quando si tratta di vita e di morte nel Mediterraneo.»
Contestata anche la scelta di un viaggio così lungo in mare, in assenza di cella frigorifera: «scelte politiche disumane» come già segnalato dal sindaco de Pascale in una lettera aperta, in cui ha anche messo anche anticipato che il Comune di Ravenna è a completa disposizione per garantire le esequie e per il possibile rimpatrio della salma.