Indagine Confindustria Romagna: temperature basse e aggiornamento prezzi per 2 aziende su 3

Circa un centinaio di aziende intervistate per un'indagine di Confindustria Romagna

È da qualche mese che si sta cercando di trovare una soluzione per limitare i consumi a causa del caro bollette. A farne le spese sono soprattutto i proprietari delle aziende romagnole, che purtroppo cercheranno di tenere bassi i riscaldamenti durante l’inverno o ristabiliranno gli orari e i turni lavorativi. Questa è un’indagine fatta durante gli ultimi 15 giorni di ottobre dal Centro Studi di Confindustria Romagna riguardo gli associati delle tre province di Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena.

 

Circa 100 attività diverse hanno preso parte al sondaggio, accomunate dal fatto che nel terzo trimestre dell’anno hanno subito notevole aumento dei costi energetici del 185% e delle materie prime del +44%. Inoltre, il 69% degli intervistati ha deciso modificare il proprio listino prezzi, il 52% interverrà sull’efficientamento energetico e il 14% rafforzerà i rapporti tra le filiere. Altre aziende addirittura hanno deciso di ricorrere allo smart working, ove possibile (17%). L’82% delle aziende è fiduciosa sul fatto di mantenere i propri programmi di investimento, una piccola parte, invece, modificherà i piani iniziali a favore di investimenti sull’autonomia energetica e le fonti rinnovabili, e, infine, solo il 5% non effettuerà alcun investimento.

 

Il presidente di Confindustria Roberto Bozzi ripone fiducia nella collaborazione tra fornitori e clienti, quindi, nel tenere saldi i rapporti affinchè non si chiedano aiuti esterni, ma si possa attingere alle forze interne.

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