Il teatro del presente con la rassegna “Teatri d’Inverno” al Goldoni

Riflessioni, suggestioni e temi legati alla nostra epoca grazie alle linee artistiche dell'Accademia Perduta al Teatro Goldoni

La nuova edizione di “Teatri d’Inverno – Sguardi sulla Drammaturgia Contemporanea” al Teatro Goldoni di Bagnacavallo sarà ampliata a sette spettacoli che coinvolgeranno, in alcune occasioni, anche lo spazio del Ridotto. Come nelle precedenti Stagioni, Teatri d’Inverno vuole essere un’ampia mappa progettuale, estesa a tutti gli spazi gestiti da Accademia Perduta, dedicata al Teatro del nostro presente, tracciando nuove linee artistiche ed espressive su cui sviluppare riflessioni, suggestioni e temi della nostra epoca.

Le donne protagoniste per il primo appuntamento di “Teatri d’Inverno”

Inaugura questo percorso, l’8 novembre alle 21, il pluripremiato collettivo Les Moustaches con la nuova creazione “I cuori battono nelle uova“. Tre donne, ognuna di loro porta un lungo camice che ne nasconde le forme, tranne quelle delle loro pance che sono gonfie e tonde. Le tre aspettano un figlio, il loro primo figlio. Le pance delle donne si mostrano piene e levigate, ricordano tre bellissime uova, tanto forti quanto fragili. Il disegno del domani dei propri figli condizionerà il comportamento delle tre donne che, mosse da un amore cieco, si spingeranno in azioni, paure e dinamiche nascoste nel più buio cassetto dell’animo umano.

Con Anglisani l’incontro fra l’antico e il moderno

Segue, il 21 novembre alle 21 al Ridotto, Roberto Anglisani con “Il Minotauro”, la cui regia è firmata da Maria Maglietta. La drammaturgia narra l’incontro tra il Minotauro e Icaro ragazzino. I due si avvicinano grazie a un pallone lanciato per sbaglio nel labirinto da Icaro che andrà a recuperarlo e lì vedrà per la prima volta “Il Mostro” di cui tutti hanno paura. Ma Icaro non fugge e piano piano conosce quell’essere rinchiuso, ascolta i suoi racconti e ne diventa amico fino a tentare di difenderlo da Teseo che è venuto per ucciderlo. Non ci riuscirà e non gli resterà altro che difendere il suo amico in un discorso alla città di Creta che non ha saputo ascoltare, e quindi non ha potuto conoscere e di conseguenza amare, uno dei suoi figli.

Un salto nella due Guerre Mondiali con “Letizia va alla guerra”

Tre grandi donne, due guerre mondiali, un sottile fil rouge a unirle: uno stesso nome, un unico destino. “Letizia va alla guerra”. La suora, la sposa, la puttana, portato in scena da Agnese Fallongo con le musiche dal vivo di Tiziano Caputo, è un racconto tragicomico, di tenerezza e verità. Tre donne del popolo, irrimediabilmente travolte dalla guerra nel loro quotidiano, che si ritroveranno a sconvolgere le proprie vite e a compiere, in nome dell’amore, piccoli grandi atti di coraggio. Uno spettacolo delicato che racconta uno spaccato drammatico della storia d’Italia, capace tuttavia di alternare momenti di pura comicità ad attimi di commozione, il 12 dicembre alle 21.

Dalle “Notti bianche” di Dostoevskij a “Notti”

La compagnia Slowmachine propone poi “Notti”, uno spettacolo firmato da Rajeev Badhan dalla forte tensione visionaria, un dialogo tra teatro, video e video live, realizzato partendo da una riflessione sul racconto Le notti bianche di Dostoevskij, passando attraverso Amore liquido di Bauman, in cui due e più livelli visivi e temporali si intrecciano nella ricerca di un senso profondo nelle relazioni ai nostri tempi. In scena tre attori/autori di una storia che si sdoppia, tra parallelismi e seconde dimensioni, producendo nuovi interrogativi, il 22 gennaio alle 21.

Due appuntamenti a febbraio

Nello spazio del Ridotto si susseguiranno poi “P come Penelope” di Paola Fresa, una rilettura contemporanea del mitologico personaggio, prodotta da Accademia Perduta, l’1 febbraio alle 21 e “Se ci sei batti un colpo“, un testo di Letizia Russo, diretto da Laura Curino e interpretato da Fabio Mascagni il 17 febbraio alle 21. Nel primo spettacolo, in uno spazio chiuso e asettico come un laboratorio di analisi, viene messa sotto il microscopio l’iconica storia di Penelope, cercando di restituire alla figura universale del mito il suo sguardo negato, quello della donna che l’ha subito-vissuto, riconoscendo così una funzione attiva nella narrazione della sua vita. Nel secondo titolo si narra la storia surreale e tragicomica di un uomo che ha tutto ciò che gli serve, tranne il cuore! Il racconto della sua straordinaria esistenza di senza cuore è anche una lente per osservare, con ironia politicamente scorretta e poesia, tutto ciò che fa della vita il regno della meraviglia e della noia, della normalità e della follia, del desiderio e dell’incomprensione: dalle relazioni famigliari a quelle sentimentali, dall’amicizia al lavoro, dalla visione spirituale a quella scientifica, dalle domande dei bambini ai dubbi degli adulti.

Una chiusura ironica con “Pojana e i suoi fratelli”

Chiude la rassegna, il 9 aprile alle 21, Andrea Pennacchi con “Pojana e i suoi fratelli”, uno spettacolo ferocemente ironico, implacabile e graffiante che porta in scena una schiera di personaggi forgiati dall’immaginazione di Pennacchi. Assieme al musicista Giorgio Gobbo, l’autore e attore veneto racconta al pubblico le surreali storie del Nordest che “fuori dai confini della Padania” non conosce nessuno…

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