Il monologo sulla violenza di genere “Barbablù” in scena a Cervia e Faenza

Il monologo interpretato da Edoardo Frullini e diretto da Giulia Paoletti va in scena a Cervia mercoledì 22 novembre alle 21 e il 25 alla Casa del Teatro di Faenza

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, Accademia Perduta/Romagna Teatri e il Teatro Comunale Walter Chiari di Cervia presentano in “Prima nazionaleBARBABLÙ, un intenso monologo sulla violenza di genere, interpretato da Edoardo Frullini e diretto da Giulia Paoletti, in scena mercoledì 22 novembre alle 21.

Gli spettacoli

La pièce, scritta da Hattie Naylor (traduzione di Monica Capuani) è una produzione di Accademia Perduta/Romagna Teatri proposta per la rassegna Teatri d’Inverno – sguardi sulla drammaturgia contemporanea.

Dopo il debutto cervese, la pièce replicherà giovedì 23 al Teatro Piccolo di Forlì (con replica in matinée, venerdì 24 novembre alle ore 11 per le Scuole Secondarie di II grado) e sabato 25 novembre alla Casa del Teatro di Faenza per poi approdare, dal 28 novembre al 3 dicembre, al Teatro Cometa Off di Roma.

Nei Foyer del Teatro Piccolo e della Casa del Teatro, sarà allestita la mostra “Com’eri vestita?”, curata in Italia da Libere Sinergie. Un allestimento che intende sensibilizzare il pubblico sul delicato e importante tema della violenza sulle donne e smantellare il pregiudizio che la vittima avrebbe potuto evitare stupro e abusi se solo avesse indossato abiti meno provocanti.

In occasione delle repliche a Forlì e a Faenza sono poi previsti incontri e dibattiti su questo importante e delicato tema. Alla Casa del Teatro di Faenza, sabato 25 novembre alle ore 19, si terrà un incontro/dibattito aperto al pubblico, moderato dalla regista Giulia Paoletti, in cui interverranno, oltre all’attore Edoardo Frullini, rappresentanti di realtà faentine quali Centro Anti Violenza SOS Donna, Elio Intimate Project e Sorelle Festival.

Sinossi

Barbablù è un seduttore, ammaliatore, provocatore. Un intelligente galantuomo che ci sa fare con le donne, soprattutto con alcune. Un predatore che passeggia e fiuta la preda ancor prima che essa diventi tale. Un giocatore competitivo che contempla la vittoria come unico finale possibile.

Barbablù osserva e ammicca. È gentile e premuroso. Fa un passo alla volta e non si concede mai subito e mai del tutto. Ascolta e risponde al bisogno più intrinseco. Accarezza e coccola. Desidera e idealizza. Crea connessioni perfette. Ama.

Barbablù ha bisogno di sentirsi forte e superiore. Non scende dentro di sé. Non risponde alle domande. È vulnerabile e non sostiene la cura dell’altro. Barbablù tesse la sua (di lui, di lei) gabbia. È in trappola. Per non esplodere dentro, esplode fuori. Barbablù violenta, tortura, uccide. Vince.

Note di regia

Non si può combattere il male rimuovendone solo l’effetto, non si può annientare la malattia eliminandone il sintomo, non si può abolire la violenza sopprimendone la manifestazione.
I numerosi tentativi contro la violenza di genere agiscono, nella maggioranza dei casi, sull’evento e sull’atto che è già stato compiuto o subìto.

Barbablù è, invece, il pretesto per dar voce all’esplorazione degli strati più profondi e primordiali di comportamenti e personalità che si trasformano da apparentemente sani a malsani e patologici. Barbablù ha senza dubbio una visione distorta delle relazioni, dei sentimenti, del sesso. Ma qual è il limite oltre il quale il consentito diventa irrispettoso, violento, illegale? Le donne di Barbablù sono intrinsecamente già vittime.

Sono vittime di personalità probabilmente troppo fragili, di famiglie in cui la forza femminile è sempre stata assecondata a desideri altrui, di relazioni in cui la dimostrazione del sentimento e del bene era sinonimo di sopportazione e tolleranza, di contesti in cui il senso di inadeguatezza affibbiato loro era considerato normale, di società in cui valutare un essere umano superiore o inferiore rispetto ad un altro è regolare.

In ogni atteggiamento, in ogni gesto, in ogni parola, può insinuarsi quel meccanismo di gioco-forza in cui ogni relazione deve necessariamente prevedere che ci sia un vincitore e un vinto, un predatore e una preda, un carnefice e una vittima. È proprio questo gioco-forza che emerge dalla penna di Hattie Naylor e che ritengo necessario indagare e approfondire.

Entrambi i partecipanti conoscono istintivamente le regole ma pochi osano infrangerle per paura di scendere in territori sconosciuti in cui la vulnerabilità è considerata la vera debolezza. È così che i due diventano avversari e finiscono per far sì che i loro ruoli arrivino perfino a confondersi. Non considerando la giustificazione neanche come remota possibilità, il tentativo è la comprensione del reale aspetto di Barbablù, per poter prendere coscienza della causa che sta alla base di questi comportamenti, riconoscerla, scegliere di annientarla, con la certezza che estirpare la radice di questo dualismo è difficile ma non impossibile. (Giulia Paoletti)

Info

Biglietti: prevendite e prenotazioni telefoniche (tel. 0544 975166) da martedì 21 novembre dalle ore 10 alle ore 13 presso gli uffici del Teatro Comunale con ingresso dal Viale della Stazione.

Prevendite on line: www.vivaticket.it.

Prezzi: 10 euro (intero); 5 euro (under29)

Info: 0544/975166 e www.accademiaperduta.it

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