Il CSM rimuove dalla procura generale dell’Aquila Alessandro Mancini, già procuratore di Ravenna

con destinazione ad altro incarico

Alessandro Mancini, già Procuratore della Repubblica a Ravenna, attualmente Procuratore Generale presso la Corte d’Appello dell’Aquila è stato rimosso dal Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) e destinato ad altro incarico.

 

La prima Commissione del CSM a maggioranza (un astenuto) ha deliberato “il trasferimento d’ufficio, ai sensi dell’art. 2 del regio decreto n. 511 del 31 maggio 1946, del dott. Alessandro Mancini, con funzioni diverse da quelle attualmente svolte”.

 

Il provvedimento scaturisce da una nota con la quale la Procura Generale della Repubblica di Bologna ha trasmesso atti della Procura della Repubblica di Forlì concernenti contatti tra un indagato di tale ultimo ufficio e il dott. Alessandro Mancini, procuratore generale presso la Corte d’appello di L’Aquila.

 

I fatti riguardano un procedimento della Procura di Forlì nei confronti dell’ex parlamentare leghista Gianluca Pini e il dr. Mancini viene coinvolto in merito al sequestro del cellulare dello stesso Pini “dal cui esame emergevano alcune conversazioni via chat intercorse tra il predetto indagato e il dott. Alessandro Mancini”.

 

Pare che il sequestro del cellulare sia stato disposto dalla Procura di Forlì a seguito di un esposto presentato dalla Lista Civica La Pigna in merito alla fornitura di mascherine all’Asl Romagna durante la pandemia da Covid da parte di una società facente capo a Pini

 

“Nella comunicazione – prosegue il dispositivo del CSM – si evidenziava, altresì, che nei confronti del Pini risultavano essere stati iscritti e definiti presso la Procura della repubblica di Forlì, ufficio presso cui il dott. Mancini aveva prestato servizio con funzioni di sostituto procuratore dal 11.4.1996 al 8.11.2013”.

 

La decisione di Palazzo dei Marescialli (sede del CSM) riporta altresì che “Dalla lettura delle chat oggetto di acquisizione nel presente procedimento emerge che il dott. Mancini, almeno dal 31.1.2019 fino al 25.12.2020, ha intrattenuto conversazioni tramite l’applicativo whatsapp con Gianluca Pini, già deputato nella XV, XVI e XVII legislatura, più volte indagato dalla Procura della repubblica di Forlì, ufficio presso cui il dott. Mancini ha prestato servizio fino al 7.11.2013. Per quanto di rilievo, dal contenuto delle chat si evince, un rapporto di consolidata amicizia e frequentazione tra il dott. Mancini ed il Pini, e non di mera conoscenza e occasionale convivialità; le interlocuzioni si svolgono in tono confidenziale, evincibile anche dall’uso reciproco del tu, pronome di seconda persona riservato in genere ai rapporti informali”.

 

Del tipo ….Pini A Cosimo Ferri membro del CSM “ Ciao Cosimo adesso che si è chiusa la la pratica romana, ricordati per favore di allessando ( L’Aquila)” .

Pini “ho sentito Cosimo ( Ferri ,membro del CSM). Fammi sapere  dove alloggi che poi ti ricerca lui per vedervi”.

Mancini : “Siamo all’hotel WINDROSE Via Gaeta dintorni Termini. Lui ci è già venuto” .

Pini: “Carissimo Alessandro ho saputo della proposta all’unanimità per la nomina all’Aquila, lieto per te, mi auguro solo un passaggio intermedio verso l’agognata Bologna”

Mancini : “ Grazie di cuore , un abbraccio  a  voi”.

 

In base a tali fatti, ampiamente riportati in una ordinanza di oltre 20 pagine, la Prima Commissione del CSM ha ritenuto e deciso “che il complesso degli elementi acquisiti agli atti conduca ad affermare che il dott. Alessandro Mancini non possa più esercitare, in piena indipendenza ed imparzialità, le funzioni giudiziarie di Procuratore generale presso la Corte di appello dell’Aquila”.

 

Da qui la decisione di trasferimento ad altro incarico.

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