Il Campus di Ravenna visto con gli occhi degli studenti, i motivi del calo delle immatricolazioni

le opinioni degli studenti unibo

Le statistiche pubblicate dall’Università di Bologna parlano chiaro: c’è un forte calo delle immatricolazioni per il nuovo anno accademico e Ravenna è il campus della Romagna più colpito, con una percentuale del 15,4% rispetto al 2021-22. Quello di Ravenna è inoltre l’unico campus i cui i dati delle iscrizioni si presentano in negativo anche per gli studenti internazionali, con una flessione del 3,1%. Da cosa dipendono questi numeri? Più Notizie si è rivolto direttamente agli studenti per cercare di comprendere le problematiche più significative della realtà ravennate.

 

Secondo gli studenti del Campus, uno dei problemi più importanti per il calo delle iscrizioni è l’eliminazione della didattica mista. «Sono una studentessa lavoratrice – spiega Sonia del corso di Giurisprudenza – e ho qualche anno in più rispetto ai miei colleghi perché mi sono iscritta nel periodo Covid quando era stata attivata la didattica a distanza. Adesso che è stata reinserita lo modalità in presenza, è tutto molto più difficile. Anche se sono di Ravenna, perdo lezioni perché non riesco ad arrivare in tempo. Capisco che chi abita più distante possa decidere di mollare o non iscriversi qui per evitare il problema. In fin dei conti ci sono molte università che hanno mantenuto la didattica a distanza, oppure ci sono quelle online».

 

Al problema della didattica mista si affianca anche una criticità rilevante per la città di Ravenna secondo gli studenti pendolari provenienti da altre località della regione. «Ravenna è collegata malissimo – afferma Benedetta studentessa di Beni Culturali -. Vengo da una zona vicino Cesena, ogni volta per arrivare in università con i mezzi pubblici è un calvario, per non parlare della grandissima difficoltà nel trovare parcheggio dato che le sedi di mio interesse nel centro storico. Con le lezioni a distanza era tutto più facile».

 

La frustrazione più grande arriva dai fuori sede. «Non si riesce a trovare casa e gli spazi studio sono veramente pochi – spiega Giorgio, studente siciliano del corso di Beni Culturali –. Da quando è stata aperta anche Medicina, tante persone faticano molto a trovare casa e spesso ci rinunciano, preferiscono andare altrove, in città più grandi dove c’è più possibilità di trovare una sistemazione”. Ma anche gli spazi studio non bastano. “Non si riesce più a trovare un posto per studiare – continua Giorgio – la biblioteca e le aule studio sono sempre piene, sarebbe bello creare una struttura di campus nuova che includa appartamenti e zone studio per offrire più spazi a tutti».

 

Un ‘appunto’ di molti è anche la mancanza di promozione dei coirai: molta gente ha scelto il Campus di Ravenna per interessi mirati a livello di studio, per vivere una città tranquilla, o perché del posto, ma la pubblicità è assente: «Molta gente non sa quali siano le facoltà di Ravenna – continua Benedetta – credono che Giurisprudenza sia solo a Bologna, o non hanno idea dell’esistenza di corsi di laurea più piccoli o nuovi. Alcuni non avevano idea che esistessero fino a quando non hanno iniziato a studiare qui».

 

Come ben si sa, la città di Ravenna è molto piccola e non è a misura di giovani, molti sono i ragazzi a lamentarsi della mancanza di attività per universitari. «Se decidi di iscriverti a Ravenna devi capire che non è come le altre città, non puoi fare il confronto con Bologna. Io vivo in casa con altre ragazze – racconta Alessandra di Restauro -. Qualche anno fa ci ha raggiunto una ragazza dal Portogallo, ha dormito in casa una sola notte, la sera quando è uscita a fare un giro non ha incontrato anima viva, dopo un giorno ha mollato tutto ed è tornata a casa. Molti studenti, inclusi quelli che vengono da fuori vorrebbero vivere un’esperienza universitaria attiva e coinvolgente, questo a Ravenna non succede. Associazione e gruppi studenteschi stanno cercando di migliorare la situazione, ma la strada è lunga e ci vorrebbe più partecipazione».

 

«Vogliamo parlare dei costi mostruosi di questa città? – fa notare Giuseppe, studente di Ingegneria –. Mi trovo bene per lo studio e anche per la tranquillità del posto, ma è una città carissima. Gli imprenditori non si rendono conto che con noi universitari potrebbero navigare nell’oro, investendo sui nostri bisogni e interessi. Invece di puntare su questo, ci ‘schiacciano’ totalmente, preferendo pensare alle classi più agiate. Dagli affitti a un semplice aperitivo, uno studente se non si mette a lavorare peserebbe in modo sostanziale sulla propria famiglia, molto più che altrove, non biasimo chi sceglie altre città per vivere e studiare».

 

C’è chi mette in evidenza invece problematiche più ampie e non legate alla sola città di Ravenna. «Credo che ci sia una diminuzione di studenti universitari per i pensieri che si sviluppano nella società di oggi – afferma Elvira di Beni culturali – puoi diventare qualcuno con un telefonino, una strada più facile diversa dal concentrarsi sullo studio e conseguire una laurea. La soglia di attenzione è più bassa e non si adatta all’impegno che l’università richiede, quindi si sceglie altro.»

 

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