I Comaneci presentano il nuovo album “Anguille” all’Hana-Bi di Marina di Ravenna il 17 giugno

I comaneci presentano all'Hana - Bi il loro nuovo disco

I Comaneci arrivano all’Hana-Bi di Ravenna venerdì 17 giugno alle 21.30.

Il gruppo nasce come trio nel 2005 a Ravenna, fondati da Francesca Amati, alla quale si affianca nel 2009 Glauco Salvo con chitarra e banjo. Nel 2017 entra a far parte della band il batterista Simone Cavina – riportando i Comaneci alla formazione a tre – con cui pubblicano “Rob a Bank” (2018) e si allontanano dalle atmosfere acustiche in favore di un suono più complesso e d’impatto, pur mantenendo un approccio scarno e minimale. Il quinto album di studio “Anguille” è in uscita a giugno 2022. Anguille è un disco di perseveranza e trasformazione. Nato e cresciuto in tempi di lontananza e limitazioni, ha cercato di trasformarsi in un’occasione per esplorare nuovi orizzonti.

L’anguilla rappresenta un enigma. È pesce ma anche altro, serpente, verme, mostro marino. La sua enigmaticità muove curiosità e diventa eco di interrogativi comuni a molti. La figura dell’anguilla spinge a perseverare nella ricerca, a prescindere da quanto tempo sia necessario o da quanto disperata sia l’impresa. La sua vita è un dilemma che spinge i ricercatori all’ostinatezza. Anguille è un disco di perseveranza e trasformazione, nato e cresciuto in tempi di lontananza e limitazioni ha cercato di trasformarsi in un’occasione per esplorare nuovi orizzonti. È un disco realizzato in due anni e per scelta inciso non in studi di registrazione ma in luoghi altri, quali lo spazio teatrale dell’Arboreto di Mondaino e una casetta di Cartoceto nelle Marche: dimensioni che hanno permesso l’esplorazione dei luoghi stessi della residenza, fornendo la possibilità di ampliare gli orizzonti uditivi e immaginativi. La produzione vede in regia di registrazione, missaggio e mastering Mattia Coletti.
La registrazione iniziale ha coinciso con un lavoro più ampio realizzato con Mara Cerri che mirava all’elaborazione, attraverso immagini e suoni, di forme sottilmente illusorie, le quali anziché risolvere l’ambiguità del presente lo rendessero ancora più misterioso; ciò che si pensa di conoscere o di aver compreso si rivela essere altro, ciò che è familiare diventa improvvisamente non familiare. I testi sono elaborazioni di o testi poetici per intero, rappresentano un “a capo” costante, un vertere continuo per un nuovo inizio.
Hanno collaborato a questo disco Tim Rutili dei Califone e Troy Mytea aka Dead Western con le loro voci meravigliosamente stranianti e Luca Cavina con stilosi bassi e synth, imprescindibile.

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