Cresce il numero delle imprese sostenibili ferraresi e ravennati e che scelgono di inserire la sostenibilità tra gli obiettivi delle proprie strategie di business, segno di una presa di posizione netta nei confronti dell’impatto ambientale e sociale della propria attività che implica l’allargamento di questa attenzione a tutti i suoi processi aziendali: nel 2022, fa sapere la Camera di commercio, sulla base del quattordicesimo Rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere sulla green economy italiana, il 28% del totale delle imprese ferraresi e ravennati dell’industria e dei servizi ha investito, o lo faranno quest’anno, in tecnologie sostenibili per ridurre l’impatto ambientale, risparmiare energia e contenere le emissioni di CO2.
La domanda di competenze green, che coinvolgerà trasversalmente la maggioranza dei lavoratori che saranno ricercati dai settori dell’agricoltura, dell’industria e dei servizi (inclusa la Pubblica amministrazione.), si conferma, dunque, un fattore strategico per le due province: alla green economy si deve poco meno del 10% del valore aggiunto del PIL provinciale, ed oltre il 18% delle assunzioni previste dalle imprese per i prossimi mesi riguarderà figure professionali legate alla sostenibilità, ossia occupati che applicano competenze ‘verdi’.
Tra le professioni più richieste dalle aziende, l’installatore di impianti termici a basso impatto, l’ingegnere energetico, l’auditor esperto in emissioni di gas serra in atmosfera, lo statistico ambientale, l’operatore marketing delle produzioni agroalimentari biologiche, il risk manager ambientale, l’ingegnere dell’emergenza, il progettista di architetture sostenibili, l’esperto in demolizione per il recupero dei materiali, l’esperto del restauro urbano storico, il serramentista sostenibile e l’esperto nella commercializzazione dei prodotti di riciclo.
«E’ forte l’impegno delle nostre imprese nella transizione verde: accelerare gli investimenti nelle energie rinnovabili aumenta la stabilità finanziaria e riduce i costi aziendali a medio termine – Così Giorgio Guberti, presidente della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna, che ha aggiunto – Grazie a un trend di investimenti aziendali nella direzione della sostenibilità ambientale che non si è arrestato neanche nei periodi di maggiori difficoltà – come quelli legati alla crisi pandemica e ai conflitti mondiali – da anni Ferrara e Ravenna sono tra i territori eco leader in Italia. Non sempre però le nostre imprese sono messe nelle condizioni di operare al loro meglio. È il caso del tema delle energie rinnovabili, fondamentali per una riduzione delle importazioni di energia del nostro paese e per una stabilizzazione dei prezzi, la cui crescita è spesso rallentata da ostacoli burocratici».
Le aziende green – sottolinea la Camera di commercio – hanno un dinamismo sui mercati esteri nettamente superiore al resto del sistema produttivo: esportano nel 38% dei casi, a fronte del 26% di quelle che non investono nel verde. Nella manifattura, il 46% contro il 23%. E sono più presenti nei mercati extra-europei. Ancora, le imprese green innovano di più delle altre: il 26% ha sviluppato nuovi prodotti o servizi, contro il 9% delle non investitrici. Spinto da export e innovazione, il fatturato è aumentato, fra il 2021 e il 2022, nel 51% delle imprese che investono green, contro il 37% delle altre.
«In questa fase drammatica – ha evidenziato il vice presidente della Camera di commercio, Paolo Govoni – emerge con più forza la necessità di una svolta decisa verso una sostenibilità reale, che arrivi a coinvolgere i processi aziendali e produttivi. I dati del nuovo rapporto sulla Green economy ci dimostrano come questa consapevolezza si stia diffondendo in modo significativo nei nostri territori, coinvolgendo imprese, istituzioni ed enti non profit nello sviluppo di nuovi modelli di creazione di valore nell’interesse della collettività».
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