Guardia di Finanza, maxi sequestro di beni a un imprenditore di Lugo pluripregiudicato

La guardi di Finanza sequestra 6 immobili; 22 automezzi e il complesso aziendale di una società commerciale

I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ravenna nelle scorse settimane hanno dato esecuzione al decreto emesso, su proposta della Procura della Repubblica di Ravenna, dal Tribunale di Bologna – Sez. Misure di Prevenzione – ai sensi della normativa di sicurezza antimafia con il quale è stata disposta l’applicazione della misura della Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per la durata di anni 5, nonché il sequestro dei beni nella disponibilità di un soggetto pluripregiudicato operante da anni nel territorio della provincia ravennate, ritenuto “socialmente pericoloso”.

Gli approfondimenti svolti dalle Fiamme Gialle della Tenenza di Lugo, che hanno portato all’odierno risultato, rientrano in un progetto operativo più ampio che da anni vede la stretta collaborazione tra il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ravenna e la locale Procura della Repubblica al fine di verificare la pericolosità sociale e l’aggredibilità dei patrimoni illeciti accumulati dai soggetti residenti in provincia e condannati negli ultimi anni per gravi reati economico finanziari o comunque lucrogenetici.

Nel caso in questione l’attenzione investigativa dei finanzieri di Lugo si è incentrata su un sessantenne di origini campane ivi residente nei cui confronti risultavano, fin dai primi anni duemila, una serie di precedenti penali con reiterate condanne per furto, ricettazione, e frode fiscale. Numerosi anche i carichi giudiziari ancora pendenti, tra cui diversi procedimenti penali in corso per truffa, rapina e, ancora, ricettazione e frode fiscale.

La numerosità e la tipologia delle condotte illecite a lui ascritte, compiute anche come amministratore – di fatto e di diritto – di società commerciali, sono state dunque ritenute sufficienti per dedurre che il soggetto abbia tratto dall’attività illecita la propria fonte di sostentamento, anche alla luce dei redditi irrisori ufficialmente dichiarati dallo stesso e da tutti i componenti del suo nucleo familiare.

Ad aggravare la presunzione della sua pericolosità sociale anche le evidenze circa le sue frequentazioni posto che in plurimi controlli a cui è stato sottoposto nel tempo, il prevenuto era solito accompagnarsi con altri soggetti pregiudicati, di cui uno anche contiguo alla criminalità organizzata.

L’attività investigativa condotta con l’ausilio delle banche dati in uso al Corpo, ha quindi permesso di attestare la notevole sperequazione tra i redditi dichiarati, insufficienti anche al solo sostentamento materiale del nucleo familiare, e il patrimonio invece accumulato, da ritenersi quindi frutto di ingiustificata, illecita provenienza.

Sulla base di tale analisi il Tribunale di Bologna – Sezione Misure di Prevenzione ha da ultimo riconosciuto la pericolosità del proposto e ha conseguentemente disposto la correlata misura di prevenzione, sia personale che patrimoniale, in esecuzione alla quale sono stati sottoposti a sequestro 6 unità immobiliari (3 appartamenti, un deposito e 2 locali commerciali), 22 automezzi, l’intero capitale sociale di due società commerciali ed un intero complesso aziendale, per un valore prudenzialmente stimato in 414.000 euro.

Si precisa, al riguardo, che il provvedimento eseguito è una misura non ancora definitiva e avverso cui il soggetto destinatario potrà far valere i rituali mezzi di impugnazione previsti dalla legge.

L’attività svolta testimonia comunque l’impegno e l’efficacia dell’azione della Guardia di Finanza nel contrasto a tutte le forme di criminalità economico e finanziaria e nell’attività di prevenzione rispetto alla possibile infiltrazione nel tessuto economico legale di delinquenti abituali o di veri e propri esponenti della criminalità organizzata.

In tal senso è significativa l’attività di costante screening delle vicende giudiziarie definite e in corso con riguardo ai più gravi reati a fine lucrativo portata avanti in sinergia con la Procura della Repubblica di Ravenna, che soltanto nel 2022 si è concretizzata in 93 investigazioni patrimoniali nei confronti di ben 183 persone fisiche.

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