13 Lug 2023 15:58 - Cervia
Grandine e forte vento sulle coltivazioni romagnole già devastate dall’alluvione
Colpito duramente il Faentino, dalla pianura all’alta collina, ma anche parte del territorio del Comune di Ravenna e i lidi.
di Redazione
Grandine e forte vento sulle coltivazioni romagnole già in ginocchio a causa dell’alluvione. Il violento temporale che si è abbattuto nella tarda mattinata sulla provincia di Ravenna ha scaricato grandine di media-grande dimensione su frutteti, vigneti e uliveti colpendo in particolare le zone del Faentino, dalla pianura all’alta collina, ma anche parte del territorio del Comune di Ravenna e Cervia dove le raffiche di vento hanno provocato la caduta di diversi alberi e danneggiato serre.
La grandinata, breve ma intensa, ha interessato intere aree della bassa faentina, Reda, Basiago, San Giovannino, per poi coinvolgere la collina, con danni ingenti già segnalati su frutteti e campi di grano e mais a Marzeno, Sarna e su fino a Brisighella.
Alberi caduti tra le ferite delle frane sono segnalati tra le vallate di Casola Valsenio e Riolo Terme dove il temporale si è rapidamente trasformato in tromba d’aria con raffiche di vento oltre gli 80 km/h. Alberi crollati e allagamenti si registrano anche tra Lido di Savio e Milano Marittima, mentre una seconda grandinata, con chicchi di medio-piccola dimensione, si è abbattuta sulle campagne tra San Pietro in Vincoli e Gambellara.
«Si tratta – commenta Coldiretti Ravenna – di un evento la cui portata sarà valutabile solo nei prossimi giorni, ma alcuni danni sono già ravvisabili ad occhio nudo, peraltro su colture già stremate dalle gelate tardive di aprile e dagli eventi alluvionali di maggio». Coldiretti Ravenna invita gli agricoltori a segnalare al più presto i danni subiti, di modo tale da poter mettere in moto tutte le procedure di sostegno e ristoro possibili atte a compensare le eventuali perdite economiche e fondiarie subite.
«La grandine – spiega la Coldiretti – colpisce i frutti in modo da provocarne la caduta o danneggiandoli in modo tale da impedirne la crescita o lasciando deformazioni tali da renderli non adatti alla commercializzazione. Un evento climatico avverso che si ripete sempre con maggiore frequenza ma a cambiare è anche la dimensione dei chicchi che risulta essere aumentata considerevolmente negli ultimi anni con la caduta di veri e propri blocchi di ghiaccio con danni che lo scorso anno hanno raggiunto la cifra record di oltre mezzo miliardo di euro solo nelle aziende assicurate secondo l’Asnacodi».