Fumata nera per il Pineta di Milano Marittima

Tra reclami e vizi di legittimità il giudice si riserva. Nessuna certezza per i futuri acquirenti.

Fumata nera all’odierna udienza per lo domanda di sfratto del Pineta, presentata dalla proprietà dell’immobile contro il conduttore moroso. La procedura giudiziale di Andromeda, rappresentata dall’avvocato Marco Bigari ha fatto istanza di opposizione allo sfratto, per poter affidare in affitto l’azienda di gestione del Pineta, di cui ha ottenuto il sequestro.

Un affidamento problematico e condizionato, che già abbiamo commentato come un azzardo. Il legale della proprietà, l’avvocato Giuseppe Della Casa, ha presentato forti e incalzanti motivi per ottenere lo sfratto, per una morosità che ad aprile si aggraverà con la maturazione di una nuova rata di canone dell’importo di circa 140 mila euro.

Alla proposta conciliativa del giudice, che suggeriva una rateazione del pregresso per far recedere la proprietà dall’istanza di sfratto, la procedura ha pacificamente ammesso di non aver i mezzi per pagare alcunché: né una rata del pregresso, né tanto meno la rata in scadenza ad aprile. Parrebbe pendere, sulla costituzione in giudizio dell’amministratore giudiziale Claudio Colatorti, un vizio di legittimità: la procedura non sarebbe stata autorizzata a costituirsi in giudizio dal giudice delegato, come prescritto dalla legge.

Davanti a questo groviglio giuridico, il giudice si è riservato. Quindi domattina Colatorti esperirà l’annunciata asta informale dell’azienda senza alcuna certezza, neppure quella che sperava di ottenere oggi dal giudice.

Lo sfratto incombe, il reclamo contro il fallimento di Andromeda incombe, il reclamo contro il sequestro incombe: l’unica certezza è l’azzardo di prendere in gestione un’azienda mastodontica come il Pineta per un tempo indeterminato e a rischio di trovarsi con un pugno di mosche a pochi giorni dall’apertura. Vediamo domani chi getterà i dadi sul tavolo da gioco allestito da Colatorti.

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