Fra cultura ebraica e cristiana con l’Ensemble Salomone Rossi al Ravenna Festival

Domenica 11 giugno, alle 21.30 a San Vitale, Ravenna Festival apre la tradizionale e molto amata programmazione nelle basiliche bizantine con Fiori musicali dal Barocco ebraico dell’Ensemble Salomone Rossi

Quattrocento anni fa si dà alle stampe, a Venezia, I canti di Salomone; quattrocento anni fa, quella raccolta di trentatré salmi, inni e canti sinagogali di Salomone Rossi, compositore ebreo per anni alla corte dei Gonzaga, disegna il profilo di un’invisibile città del dialogo fra cultura ebraica e cristiana che si specchia nella Mantova e nella Venezia dell’epoca.

Domenica 11 giugno, alle 21.30 a San Vitale, Ravenna Festival apre la tradizionale e molto amata programmazione nelle basiliche bizantine con Fiori musicali dal Barocco ebraico dell’Ensemble Salomone Rossi, che celebra il musicista di cui porta il nome proponendone in prima italiana una selezione dalla raccolta del 1623, accanto anche a brani di Händel, Vivaldi e Benedetto Marcello. Così la Basilica di San Vitale, simbolo dell’incontro fra Oriente e Occidente, diventa una volta ancora la preziosa scena, intessuta di mosaici e memorie, dove il Festival celebra la città come spazio di scambio e confronto fra culture. Guidato da Lydia Cevidalli al violino, l’Ensemble si completa con il sopranista Nicolò Balducci, Jamiang Santi alla viola, Maria Calvo al violoncello e Giovanni Togni al clavicembalo.

All’Ensemble Salomone Rossi è affidata anche la prima delle liturgie domenicali di In templo Domini, il percorso di musica e preghiera che ogni anno visita le basiliche cittadine, custodi di un patrimonio storico, artistico e spirituale da scoprire e riscoprire: l’appuntamento, a ingresso libero, è nella Basilica di San Giovanni Evangelista, alle ore 11.30 di domenica 11 giugno con brani di Monteverdi, Vivaldi e Benedetto Marcello.

Salomone Rossi

L’elegante edizione pubblicata tra il 1622 e il 1623 dagli stampatori veneziani Pietro e Lorenzo Bragadin rappresentò una singolare operazione da parte del compositore. Salomone Rossi, che alla corte dei Gonzaga fu esonerato dall’obbligo di indossare il distintivo segno giallo, mantenne sempre un forte legame con la comunità ebraica mantovana ma, con la sua viola da braccio, si esibì tanto all’interno di gruppi ebraici quanto nelle dimore della nobiltà cristiana.

Collaborò inoltre con Claudio Monteverdi per gli spettacoli teatrali organizzati a corte. Con i Canti, Rossi applicò le tecniche della musica sacra rinascimentale al fine di superare le consuetudini della tradizione ebraica, che imponeva la separazione fra la monodia e cantillazione dei testi biblici e le più allegre e gioiose composizioni riservate a momenti della vita comunitaria quali i matrimoni. Accolte positivamente anche dal rabbino di Venezia, Leone da Modena, le innovative composizioni furono eseguite in sinagoghe e luoghi di studio fra Mantova e Venezia, almeno finché la prima – nel 1630 – non fu invasa dalle truppe di Ferdinando d’Asburgo. La presenza imperiale aprì una stagione di persecuzioni e diaspora per la comunità ebraica mantovana e l’opera di Rossi rischiò l’oblio.

Riscoperti nel 1877 dal cantore Samuel Naumborg, che li fece stampare con una dedica al barone Edmond de Rothschild, i Canti di Salomone Rossi sono proposti per la prima volta in Italia all’interno di un raffinato programma che guarda ai punti di contatto, storici e ideali, fra cultura musicale cristiana ed ebraica di quei secoli. Sono parte del repertorio fiorito presso la Sinagoga Portoghese di Amsterdam i brani di Abraham Caceres e dell’anonimo compositore che ha musicato l’ultimo verso del Salmo 150. Nella biblioteca della Sinagoga Portoghese sono conservate anche molte composizioni di Giuseppe Cristiano Lidarti, la cui cantata conclude il concerto.

Come Amsterdam, anche Venezia è stata per secoli un centro cosmopolita; non a caso fu un musicista veneziano come Benedetto Marcello che nel suo Estro poetico armonico incluse composizioni “rapite” alle sinagoghe sefardite e ashkenazite della città. L’estro armonico è invece il titolo della raccolta di concerti per violino e archi firmata da Vivaldi, fra i più celebri musicisti della storia di Venezia. Nella città lagunare soggiornò anche Georg Friedrich Händel, che fu profondamente influenzato dalla musica italiana, contribuì a far eseguire la musica di Benedetto Marcello in Inghilterra e compose celebri oratori ispirati a personaggi biblici.

Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org

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