Faenza, oltre 200 persone firmano la petizione per riaprire l’Archivio Comunale e di Stato

Il 3 aprile i cittadini incontreranno il Sindaco per consegnare le firme raccolte ed esporre le proprie istanze

Lunedì 3 aprile i cittadini incontreranno il sindaco di Faenza per consegnargli le firme raccolte in calce alla petizione che chiede la riapertura in tempi brevi dell’Archivio Comunale e dell’Archivio di Stato.

Oltre 200 persone hanno sottoscritto l’appello a dimostrazione della sensibilità e dell’interesse di numerosi faentini, e non solo, circa la sorte dell’importante servizio per permettere a tutti di accedervi secondo le proprie esigenze di ricerca storica, di ricerca personale e familiare, di studio e conoscenza, e per gli accessi agli atti edilizi o per altre finalità amministrative.

Tanta la curiosità di sapere dalla viva voce del sindaco i motivi che hanno impedito fino ad ora la riapertura del servizio, con l’auspicio che tali ostacoli vengano rimossi al più presto. Ma la raccolta delle firme, è stata anche una importante occasione di ascolto degli utenti dell’Archivio che hanno segnalato numerose criticità legate soprattutto alla ubicazione del nuovo ufficio.

In particolare, Sauro Casadei, primo firmatario e referente della petizione, riferisce: <<La nuova struttura non ha ancora una strada diretta che risulta solo tracciata su terra e ben visibile dalla rotonda della via San Silvestro. Questo obbliga l’eventuale utente a proseguire fino alla successiva grande rotonda per poi tornare indietro. Per un utente a piedi o in bicicletta esiste solo un marciapiede fino al distributore del Conad. Di lì in avanti si apre una “terra di nessuno”, in ostaggio di automobili, furgoni, camion. Chi avrà il coraggio in futuro di avventurarsi per quella strada mettendo a rischio la propria incolumità?>>

Il promotore aggiunge: <<Molti ci hanno poi manifestato la perplessità sulla decisione del Comune di costruire un nuovo capannone, un nuovo edificio, cioè nuovo cemento quando invece in città (anche più vicini al centro) esistono capannoni vuoti e non utilizzati. Il nuovo immobile è costruito a 15 metri dai capannoni di un grande centro logistico. Non vogliamo fare gli uccelli del malaugurio ma abbiamo ben presente il disastro provocato dall’incendio di un altro polo logistico, alla Lotras nell’agosto 2019. Ci chiediamo: sono state calcolate bene le distanze fra i capannoni, i Vigili del Fuoco sono stati interpellati, hanno espresso un parere? Qui a rischio, in caso di un incendio devastante, c’è la testimonianza storica della città e del territorio negli ultimi 1.000 anni (mille). Possiamo permetterci un simile disastro? Di questo e altro parleremo col sindaco all’incontro programmato>>.

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