Foto: una lezione della polizia localeSi avvia a FaenzaPercorsi di legalità un progetto sulla legalità rivolto alle scuole del territorio, messo a punto dal Comando della polizia locale dell’Unione della Romagna Faentina e portato avanti dagli operatori della polizia locale, che stanno incontrando gli studenti delle scuole elementari e medie del territorio per sensibilizzare i giovani alla battaglia contro il bullismo. I prossimi appuntamenti a Riolo Terme e Casola Valsenio.Le nuove tecnologie digitali, ormai molto presenti nelle nostre vite, comprese in quelle dei giovanissimi, quando non controllate, spesso sconfinano in un uso distorto che si configurano come dei veri e propri reati. La didattica a distanza e gli smartphone nelle mani di bambini e adolescenti possono diventare, anche inconsapevolmente, miscela esplosiva.«Durante la Dad -spiegano dal Comando di via Baliatico– spesso, in maniera del tutto innocente, i piccoli studenti hanno ‘catturato’ dagli schermi immagini di compagni o insegnanti, che hanno poi reso ridicoli. Anche già solo questo comportamento si configura come reato. I nostri incontri, da 90 minuti ciascuno, che fino ad ora abbiamo portato avanti in diverse classi delle scuole medie della città, hanno lo scopo di spiegare quali reati si celano dietro l’uso distorto delle tecnologie digitali. Ma non ci fermiamo qui. Infatti, spesso raccogliamo lamentele e segnalazioni di atti di prepotenza che possono trasformarsi in reato di minacce o addirittura rapina. Comportamenti ai quali spesso tanti ragazzi assistono, mettono in atto o subiscono che poi si riverberano sul comportamento tra coetanei o in famiglia. La nostra azione vuol quindi mettere in guardia da atteggiamenti sbagliati e i reati ai quali si può incorrere».«I fenomeni legati a bullismo e cyberbullismo – dice l’assessore alla sicurezza Massimo Bosi– stanno purtroppo prendendo sempre più piede tra i nostri ragazzi. Compito delle istituzioni è di informarli, aiutarli e indurli a segnalare, senza alcun timore, se sono vittime di atteggiamenti sbagliati, in realtà veri e propri reati. Nel corso degli incontri gli operatori della polizia locale, che ringrazio per essersi messi a disposizione per questo progetto, vogliono far capire ai ragazzi quanto sbagliati siano i comportamenti adottati dai ‘bulli’ e che a sbagliare sono proprio loro, non chi subisce le loro angherie, spesso è proprio questa la sensazione che hanno le vittime».