Disagi alla stazione di Ravenna per lo sciopero dei treni del 5 giugno. Il viaggio da incubo di un ravennate di rientro a Milano

Dopo ore di attese il viaggio non è stato assicurato per tutto per i convogli pieni e le molte persone in viaggio di rientro dal mare e dal ponte del 2 giugno

Il week-end scorso è stato da bollino rosso per i rientri con il trasporto pubblico. Domenica 5 giugno, a causa dello sciopero proclamato dal personale di Trenitalia Tper, ci sono stati molti disagi alle stazioni di Ravenna e Cervia. I servizi non sono stati garantiti nella fascia oraria tra le 9 e le 17 ma, in realtà, le difficoltà sono proseguite molto oltre. La causa principale è da ricercare nella inadeguatezza dei mezzi e dei collegamenti tra la città romagnola e Bologna, che hanno provocato un accumularsi di persone di rientro dal mare e dal ponte del 2 giugno e costrette a viaggiare con i pochi treni disponibili se non in possesso di mezzi privati.A Ravenna, nel pomeriggio, il primo regionale utile proveniente da Rimini e diretto a Bologna è arrivato in stazione con più di 40 minuti di ritardo, quindi alle 18.24, anziché alle 17.44. Il treno era già molto pieno e, sulla banchina, c’erano diverse centinaia  di persone che hanno tentato di salire per assicurarsi il viaggio verso il capoluogo di regione. Il treno è rimasto fermo per circa un’ora a causa dei passeggeri assiepati che non lasciavano chiudere le porte e partire. Dopo molto tempo è intervenuta la polizia che ha permesso al treno di partire. Stessa sorte per il treno successivo. Molti i disagi tra i passeggeri: una ragazza di un gruppo scout si è sentita male e una famiglia di turisti era in difficoltà con quattro bambini di ritorno da un’allegra giornata al mare.[vc_single_image image=”12878″ img_size=”large”]«Sono riuscito a prendere il treno per Bologna alle 21.15, dopo quattro ore di attesa», racconta il ravennate Paolo Casadei che, proprio domenica, è rientrato a Milano per lavoro dopo il fine settimana passato con la famiglia a Ravenna.«Arrivato a Bologna – aggiunge –, anche i treni Frecciarossa, che non avrebbero dovuto essere interessati dallo sciopero, avevano accumulato ritardi fino a 110 minuti che sono aumentati con il passare del tempo, arrivando anche a 195. Ho aspettato in stazione fino all’1.20 di notte, quando finalmente sono riuscito a prendere un diretto per Milano, terminando il viaggio dopo quasi dodici ore. Sono abituato a viaggiare molto e, purtroppo, i ritardi dei treni sono all’ordine del giorno. Ma questa volta è andata peggio del solito, è stato un vero incubo. Spero che non ricapiti più di assistere a disservizi simili in cui nessuno si è preoccupato di fornire anche le più minime informazioni».Una vera beffa per la domenica dedicata alla “Giornata mondiale dell’ambiente” in cui è stata anche promossa un’iniziativa per incentivare l’utilizzo di mezzi pubblici pagando il biglietto a metà prezzo. Il rischio è che così facendo, chi non è in possesso di un’auto e ne fa volentieri a meno, finisca col persuadersi dell’esigenza di acquistarne una per evitare di cadere nella trappola di biglietti inaccessibili e continui disservizi.

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