De Pascale sullo sbarco a Pozzallo: «Bene per il cambio di rotta. Bisognerebbe pensare anche ai vivi»

Più di 900 migranti sono sbarcati a Ravenna nell'ultimo anno tra i quali c’erano donne in gravidanza e bambini, costretti a un viaggio molto più lungo senza alcun motivo

Il Governo Meloni con grave ritardo ha sensatamente cambiato idea e assegnato alla nave Ong Sea Watch 5 il più vicino porto per uno sbarco a Pozzallo, anziché quello di Ravenna che si trova a 4 giorni di viaggio e più di 1500 chilometri di distanza dal luogo di salvataggio. 

«Un dietrofront palesemente determinato dal fatto che sulla nave viaggiava, insieme a oltre 50 superstiti, il cadavere di un giovane di appena 17 anni. – spiega il sindaco Michele de Pascale – Il Governo dunque ha avuto un sorprendente moto di pietà e di umanità per questa giovane vittima, che dopo aver avuto distrutta la propria vita rischiava di vedere vilipesa anche la dignità del proprio cadavere.

Purtroppo bisogna riscontrare che analoga pietà non è valsa quando è stato il momento di garantire un porto sicuro agli oltre 900 migranti sbarcati nell’ultimo anno a Ravenna, tra i quali oltretutto c’erano donne in gravidanza e bambini, anche neonati, costretti a un ulteriore viaggio di migliaia di chilometri a causa della distanza tra il luogo di salvataggio e il luogo di approdo». 

«Quando si tratta di accogliere, Ravenna è e sarà sempre pronta a fare la sua parte con competenza, – continua il sindaco de Pascale – umanità e un’organizzazione efficiente, come è stato fatto in occasione di ogni sbarco, e come facciamo da anni quotidianamente con il riparto nazionale, ma una riflessione in questa situazione paradossale e drammatica viene da farla: la pietà per i morti è sacrosanta, ma ne andrebbe garantita altrettanta ai vivi».

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