07 Gen 2024 15:32 - Cronaca
Compie tre mesi la ‘culla per la vita’ a Ravenna. «Stiamo ideando una campagna informativa»
Dopo che il 23 dicembre una bambina è stata lasciata nella culla di una parrocchia a Bari, il dottor Coccolini fa il punto sul progetto ravennate
di Lucia Bonatesta
Il 7 ottobre 2023 è stata inaugurata la prima ‘culla per la vita‘ a Ravenna, che si all’interno del cortile della parrocchia di Santa Maria del Torrione in via Fiume Montone Abbandonato. Il suo obiettivo è salvare la vita a quei neonati che le madri non vogliono partorire in ospedale e che non possono o non riescono a tenere con sé.
Sono passati esattamente 3 mesi dall’apertura e ancora a Ravenna non se ne è reso necessario l’utilizzo, ma il fenomeno esiste e lo dimostra la bambina lasciata alla culla della parrocchia di San Giovanni Battista di Bari il 23 dicembre scorso.
L’iniziativa della ‘culla per la vita’ di Ravenna è partita dall’associazione Medici Cattolici con sede a Bologna, ma anche uffici a Faenza, che ha attivato una raccolta fondi per raggiungere la cifra di 30 mila euro, indispensabile per la realizzazione della struttura.
«È un fenomeno sommerso – commenta il dottor Stefano Coccolini – quello dell’abbandono dei neonati nei cassonetti e molte delle donne che vi ricorrono sono ‘schiave’, finite in giri di prostituzione, ma ci sono anche altri casi. Noi abbiamo cercato di dare una mano, creando un’alternativa e un’occasione strutturale a cui le donne possono rivolgersi anonimamente. È importante anche agire sul piano educativo e fare in modo che i cittadini sappiano che questo tipo di possibilità esiste. Il nostro scopo non è l’efficacia e l’efficienza, ma fare in modo che la società sappia che c’è anche chi non può».
L’idea di realizzare una campagna informativa sulla ‘culla per la vita’ a Ravenna
Oggi l’associazione dei Medici Cattolici, insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio, sono alle prima fasi di ideazione di una campagna informativa che ha l’obiettivo di far conoscere l’esistenza del servizio ai cittadini di Ravenna.
«Il cittadino comune – spiega il dottor Coccolini – non conosce questa possibilità, come conosce poco anche il fenomeno del parto in anonimato in ospedale, infatti stiamo cercando di portare avanti un progetto per tener vivo l’argomento a Ravenna. Prima di Natale abbiamo avuto un incontro alla Fondazione Cassa di Risparmio con il presidente Ernesto Giuseppe Alfieri, dopo l’Epifania ci incontreremo con il responsabile della comunicazione per capire come strutturare il progetto. Non abbiamo ancora parlato con l’Ospedale e la USL, ma verrà fatto. Svilupperemo una campagna informativa, idea nata dallo stesso Alfieri. Il progetto ha certamente i limiti dei tempi del volontariato, che non sono immediati, ma ci siamo attivati».
Come funziona la ‘culla per la vita’
La ‘culla per la vita’ di Ravenna la quarta in regione, dopo Bologna, Parma e Piacenza. La parrocchia è stata scelta per la sua posizione defilata ma facilmente raggiungibile in auto. Consente di garantire la tutela dell’anonimato delle donne anche grazie l’assenza di telecamere.
Il suo funzionamento è intuitivo: quando un bambino viene posto nella culla, parte in automatico un allarme e si accende una telecamera interna sorvegliata 24 ore su 24 da volontari e dalla parrocchia stessa. In caso di abbandono, attiveranno il 118 e la Neonatologia dell’ospedale.
È dotata di una serie di dispositivi, tra cui il riscaldamento, la chiusura di sicurezza e la rete con servizio di soccorso medico per garantire il massimo della sicurezza. Una volta rinchiusa la porta esterna della ‘culla’, da cui viene introdotto il neonato, dall’esterno non sarà più possibile riaprirla.
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