Cresce il campus di Ravenna. Incremento del 3% delle immatricolazioni

Mingozzi (TCR): «Ravenna costante nella crescita. Modello di insediamento universitario e di decentramento. Il nuovo studentato rappresenta un'altra opportunità»

L’Università di Bologna conferma la sua forte attrattività, nella giornata di ieri, l’ateneo ha reso pubblici i numeri delle immatricolazioni per l’anno accademico 2023/2024 sono infatti in linea con quelli dello scorso anno e fanno registrare aumenti significativi sul fronte degli studenti internazionali e dei corsi di laurea magistrali. In positivo il campus di Ravenna e il campus di Forlì.

Nel dettaglio, le nuove iscrizioni all’Alma Mater per l’anno accademico 2023/2024 sono ad oggi circa 26.000 rispetto alle circa 26.300 dell’ultimo anno accademico; a ciò si aggiungono circa 700 immatricolazioni di studenti internazionali in corso di perfezionamento.

Aumentano del 3%, arrivando a sfiorare quota 9.000, le immatricolazioni ai corsi di laurea magistrale, mentre restano sostanzialmente stabili i nuovi scritti ai corsi di laurea triennali e ai corsi di laurea magistrali a ciclo unico. Rispetto alla distribuzione nei Campus, Ravenna regista un’incremento del 3% passando dalle 1120 immatricolazioni dello scorso anno a 1150.

Crescono anche le lauree e gli studenti internazionali

Guardando poi oltre ai nuovi iscritti, torna a crescere il numero dei laureati, che nel 2023 sono stati quasi 20.000 (+4%) e diminuisce del 2% il numero degli studenti che abbandonano gli studi.

In tutto l’ateneo continuano ad aumentare in modo significativo gli studenti internazionali: +11%. Molto rilevante, in particolare, il dato legato ai nuovi iscritti in arrivo dall’Iran: lo scorso anno erano cresciuti del 64% e quest’anno crescono ancora del 70%. Non solo: tra questi nuovi iscritti iraniani un’ampia maggioranza, il 62%, è composta da studentesse. Sempre sul fronte internazionale, aumenti significativi si registrano anche per gli immatricolati in arrivo dalla Cina (+23%), dalla Turchia (+24%) e dalla Russia (+24%).

«Questi numeri restituiscono l’immagine di un Ateneo solido e aperto, che punta sulla qualità della didattica e sul diritto allo studio: lo confermano non solo i numeri in crescita delle lauree magistrali e degli studenti internazionali, ma anche l’aumento del numero dei laureati e il calo degli abbandoni – commenta il Rettore Giovanni Molari. – Continueremo a impegnarci fortemente su questi temi anche guardando alle iscrizioni al prossimo anno accademico»

Ravenna: un modello di insediamento universitario e di decentramento

Profonda ammirazione giunge anche dal presidente del Terminal Container di Ravenna, Giannantonio Mingozzi, che considera la crescita del 3% degli iscritti ai vari corsi di laurea, AA 23/24, che compongono l’Università a Ravenna come un  «merito della città che accoglie gli studenti italiani ed europei con servizi sempre più adeguati, delle famiglie che mettono a disposizione posti letto ma soprattutto di chi da trent’anni sostiene investimenti e qualità delle sedi che sono fattore di attrazione, competitività ed opportunità di lavoro».

Inoltre il Presidente Minguzzi ci tiene a ricordare che tra le imprese del porto e del comparto energetico in molti collaborano nella formazione degli studenti e con nuove tecnologie ed insegnamenti: «oltre a realtà come il Comune, la Cassa di Ravenna e la Camera di Commercio che da trent’anni sostengono Fondazione Flaminia, nuove sedi (da ultimo il Palazzo dell’orologio), i Master e tutta la didattica con i rispettivi laboratori».

«A fronte del calo di nuovi iscritti in  altri Campus quali Cesena(-3%), Rimini (-8%)  e della stessa città di Bologna (-3%), Forli (+16%) e Ravenna si dimostrano costanti nella crescita ed aiutano tutta la Romagna a rappresentare un modello di insediamento universitario e di decentramento che, viste le dimensioni, non ha pari in Italia; il nuovo studentato rappresenta per Ravenna un’altra opportunità di crescita, ed ormai siamo prossimi a costituire come città romagnole non solo una componente di eccellenza negli studi e nelle ricerche, ma per l’Alma Mater il 40% dell’intera Università tra studenti, docenti e personale;  questo – conclude Mingozzi – è un risultato straordinario e ci indica una strada che continueremo a percorrere».  

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