Sabato 27 aprile alle 10.30, riapre finalmente al pubblico Casa Varoli di Cotignola: dopo quattro anni, gli oggetti, le opere e l’archivio dell’artista della cartapesta Luigi Varoli (Cotignola, 1889-1958) tornano finalmente ad abitare la sua casa-studio, ora ristrutturata e ampliata. Durante questo lungo cantiere – dilatato anche dall’emergenza pandemica – il Museo Civico Luigi Varoli ha messo in atto un ampio spazio progettuale, incrementando il patrimonio tramite nuove acquisizioni e portando avanti la produzione di opere contemporanee in dialogo con le collezioni stesse.
A partire dal 1922, Luigi Varoli allestisce il suo studio in un edificio collegato allo storico Palazzo Sforza. I bombardamenti su Cotignola negli anni 1944-45 non risparmiano né lo studio né la casa del Maestro, che affacciava sullo stesso cortile. Dopo la guerra, l’edificio sforzesco viene ricostruito per ospitare sia l’abitazione, al piano terra, sia lo studio al primo piano. Alla morte dell’artista, esso viene donato dalla moglie Anna Cortesi al Comune di Cotignola e dal 1991 fa parte del Museo Civico Luigi Varoli. Nel marzo 2023, ottiene dalla Regione Emilia-Romagna il marchio “Case e studi delle persone illustri dell’Emilia-Romagna”.
Il nuovo ampliamento di Casa Varoli è avvenuto grazie all’acquisto di un edificio attiguo, reso poi comunicante con lo spazio originario. Una congiunzione che ha permesso, non solo di renderlo più accessibile (tramite un ascensore, nuovi servizi e spazio di accoglienza per il pubblico), ma anche di aumentarne la superficie espositiva, in grado così di accogliere una sezione storica completamente rinnovata, dedicata a due importanti avvenimenti della seconda guerra mondiale, accaduti nel territorio cotignolese.
Il primo avvenimento riguarda l’ospitalità e la protezione offerte ad alcune famiglie di ebrei perseguitati, all’interno dell’edificio ora sede di Casa Varoli, uno dei luoghi simbolo di una resistenza che coinvolse l’intera comunità di Cotignola, tramite una rete della solidarietà guidata da Vittorio Zanzi, la moglie Serafina Bedeschi, Luigi Varoli e la moglie Anna Cortesi, nel 2002 riconosciuti dallo Stato di Israele “Giusti tra le Nazioni”. Il secondo avvenimento è il drammatico fronte sul fiume Senio che si svolse da novembre 1944 al 10 aprile 1945 fra le forze tedesche e quelle britanniche, e che terminò con la quasi completa distruzione di Cotignola, già da diversi mesi oggetto di continui bombardamenti.
Due sono dunque i percorsi che si congiungono circolarmente nell’allestimento della nuova Casa Varoli: il primo è quello della casa-studio dell’artista, camera delle meraviglie, in cui si stratificano e confondono anche frammenti e testimonianze della distruzione di Cotignola a seguito dei bombardamenti alleati, opere e oggetti appartenuti e collezionati dal maestro; il secondo è quello della memoria storica della seconda guerra mondiale, focalizzato sull’ospitalità concessa a 41 ebrei che vede appunto Luigi Varoli tra i protagonisti di questa impresa eroica e coraggiosa.
È un mondo magico, enciclopedico e denso di stupore quello della casa-studio di Luigi Varoli che, dopo la visita alla pinacoteca del Museo Civico Luigi Varoli collocata a Palazzo Sforza, permette così di comprendere e calarsi pienamente nella incredibile ricchezza di visioni, fantasie, memorie e nello sguardo inquieto e curioso del maestro cotignolese. Così, dentro alla sua casa, incontriamo bestiari selvatici, crani, corna e teschi di animali, gessi per la copia e il disegno, vecchie fotografie quadrettate per ritratti, crocifissi antichi e madonne in ceramica e legno, facce, teste e maschere scolpite, disegnate, dipinte e in cartapesta.
Non mancano spartiti e rari strumenti musicali, e una biblioteca in cui spiccano pregevoli edizioni, su tutte due libri del futurista Fortunato Depero tra cui il celebre e inarrivabile “libro imbullonato”. E ancora giocattoli, e opere dei suoi molti allievi e amici, come Mattia Moreni, Fortunato Depero e Francesco Balilla Pratella, che vissero la casa-studio come luogo dell’incontro e della meraviglia, bottega e laboratorio, scuola e museo.
Ma Casa Varoli è anche arte contemporanea, una delle vocazioni più forti che il Museo Varoli ha saputo coltivare negli ultimi anni. Di presenze e opere contemporanee è ritmato l’intero percorso espositivo della nuova casa-studio, sia all’interno che nel suo giardino.
Dal ceramista Nero/Alessandro Neretti che abita il cortile con la sua foresta di Teste, mostri e capitelli, allo scultore Matteo Lucca e la sua opera Azzimo 41 fatta di mani di pane; e poi le opere nate e prodotte intorno al visionario progetto “Inventario Varoli” tra cui i video di Mauro Santini, Marco Zanella, Michele Buda e Diego Gavioli. E ancora Frame, l’installazione multimediale di David Loom fatta per il museo nel 2012 e adattata per il nuovo spazio dall’artista stesso, e il fumetto L’Argine di Marina Girardi e Rocco Lombardi.
Luigi Varoli (Cotignola, 1889-1958) è pittore, scultore, musicista, educatore e maestro d’arte per adulti e bambini. Oltre ai dipinti, la cartapesta è senza dubbio il settore della produzione in cui si esprime la nota più personale dell’artista. Studia alle Accademie di Belle Arti di Ravenna e a Bologna, poi nel 1922 torna a Cotignola, dove rimarrà per il resto della sua vita, in un rapporto quasi simbiotico con il paese e il territorio, e dove per tutta la vita dirige la Scuola di Arti e Mestieri di Cotignola. Rilevante, in particolare, il suo ruolo di maestro: nel suo cenacolo infatti ha formato una fitta schiera di artisti romagnoli. Dopo l’armistizio del 1943, ospita in casa propria ebrei in fuga dai nazi-fascisti: un’azione umanitaria che gli vale, nel 2002, il riconoscimento di “Giusto tra le Nazioni” dallo Stato di Israele.
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