Classe, Cristina: «Alla ricerca disperata del mio gatto scomparso. Domani il suo compleanno»

Scomparso pochi giorni prima di Natale, la donna non smette di cercare il suo gatto V. L'appello "A te che hai preso il mio gatto

La lettera di Cristina, che è alla ricerca disperata del suo gatto, scomparso da Classe pochi giorni prima di Natale. «A te che hai preso il mio gatto. A te che hai preso il mio piccolo V, pensandolo perso, in difficoltà, o semplicemente troppo bello per poter girare libero, ti sei mai chiesto se hai fatto la cosa giusta? Credi davvero che per il solo fatto che fosse libero nessuno si stesse prendendo cura di lui? Se solo tu vedessi casa sua, penseresti ad un paradiso per i gatti. Ti sei mai chiesto davvero come sta lui chiuso in casa? Hai mai davvero guardato nel suo cuore e sentito come sta?»

Cristina e il suo gatto V.

«Lui aveva talmente tanta fiducia in me che si faceva prendere e rigirare dolcemente consapevole che mai l’avrei ferito. Era quello che mi saliva sulle spalle mentre ero dentro la piscina e si faceva un giro con me. Era quello che come lo chiamavo a qualsiasi ora del giorno e della notte arrivava da me correndo, facendo la curva dell’angolo di casa derappando. Era quello cresciuto libero eppure così tanto legato a me che quel filo sottile che ci univa poteva quasi vedersi. Tutti lo vedevano. E proprio per quel filo ora riesco a sentire anche la sua tristezza, ed è un dolore insopportabile. Non posso accettare che tu abbia deciso di separarci, ma soprattutto non posso sopportare di saperlo triste. Possibile che non ti sia mai sentito in colpa per averlo allontanato da casa sua?»

«Sono io che l’ho cresciuto, allattato, difeso, gli ho insegnato a scendere dagli alberi e anche a non fidarsi troppo dei cani perché non tutti sono buoni come i miei, ma non sono stata capace di spiegargli la cattiveria umana. E mi sento terribilmente in colpa, perché in questo mondo malvagio solo l‘amore non può.  E la cosa più dolorosa è proprio immaginare quegli occhioni carichi di fiducia traditi dalla mano che l’ha accarezzato».

«Ti ha dato fiducia e tu l’hai tradito, portandolo lontano dal luogo in cui ha sempre vissuto. Com’è possibile tanto egoismo verso una creatura così dolce e indifesa? Possibile che tu non abbia mai pensato di riportarlo a casa o ti sia mai chiesto se qualcuno lo stesse piangendo?»

«Perchè un gattone così bello e dolce impossibile che non avesse già una famiglia…Forse non sai che lo piango ogni giorno da quella dannata notte e che la mia vita è stata catapultata in un incubo, ma davvero non sai che lo sto cercando disperatamente da mesi? In quell’angolo di strada c’è stata la sua foto per mesi, ora c’è la mia macchina con una sua foto più grande, davvero sei passato da lì solo quella notte?»

«Se per caso anche questa volta mi leggi e decidi di ignorarmi, ti volevo dire che lui si chiama V, ma anche questo forse lo sia già. V di Verità e di Vita, guarda caso proprio come quella vita dove tu hai deciso di intrometterti per dividere le nostre strade, e quella verità per la quale sto lottando e che sto cercando da mesi. E il 3 luglio è il suo compleanno».

«Mettiti una mano sul cuore, se ne hai uno, perché quel gatto che hai deciso di portarti a casa, ha la sua mamma che continua a piangerlo e ad aspettarlo. Me l’hai portato via e hai rotto gli equilibri del nostro piccolo paradiso, come fai a rimanere insensibile davanti a tutta questa sofferenza?», conclude Cristina.

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