Capit Ravenna promuove una mostra su Franco Angeli, ad Argenta

L'esposizione, curata da Patrizia Poggi, sarà inaugurata domani, sabato 22 aprile alle 17 allo spazio espositivo del Mercato Centro culturale e sarà un excursus storico del protagonista

Sarà inaugurata sabato 22 aprile alle 17 presso lo spazio espositivo del Mercato Centro Culturale di Argenta (Piazza G. Marconi,1) la mostra ad ingresso libero FRANCO ANGELI – gli anni ‘80, curata da Patrizia Poggi e promossa dal Comune di Argenta e dall’Associazione CAPIT Ravenna con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e il coordinamento organizzativo di Franco Bertaccini.

Franco Angeli, negli anni ‘60, con Mario Schifano, Tano Festa e Giosetta Fioroni dà vita, a Roma, allo storico movimento artistico della “Scuola di Piazza del Popolo”, con al centro il Caffè Rosati, ritrovo privilegiato di artisti e intellettuali italiani e stranieri, che lì si incontrano, si confrontano e stringono amicizie. Al primo piano, la Galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis, luogo determinante per il rinnovamento artistico postbellico in Italia e in Europa. Il celebre gallerista, deus ex machina, alimenta dibattiti, discussioni e passioni e li trasforma in eventi e mostre, che fanno di Roma la capitale dell’arte internazionale, in grado di far concorrenza a New York e Parigi.

Nel Caffè-Galleria si incontrano tanti personaggi innovativi nel loro impegno verso la costruzione di un’arte nuova: Fellini gira “La dolce vita”, Pasolini “Accattone”, nei cinema si proietta Godard, il Living Theatre conquista Roma e confluiscono le nuove tendenze dell’arte inglese e statunitense.

Franco Angeli fa parte di questo milieu artistico e culturale cosmopolita. Nato nel quartiere popolare di San Lorenzo a Roma nel 1935, è un autodidatta che osserva con occhio critico gli effetti del boom economico, la fine del realismo figurativo e della parabola dell’astratto, che progetta un’arte volta a confrontarsi con le grandi trasformazioni socio-economiche prodotte dal modello della società dei consumi di massa.

Dagli artisti americani della Pop Art trae arricchimento culturale e ne adotta la schematizzazione dell’immagine, ma in realtà si ispira all’unicità e alla secolarità dell’arte italiana, sempre interessato al sociale, al popolare e al politico.

Consapevole della necessità di andare “Oltre l’informale” e di instaurare una relazione con i conflitti del mondo reale, Angeli dà energia ai simboli ideologici stereotipati tratti dall’iconografia urbana, rigenera i segni della tradizione millenaria di Roma e reinterpreta l’altra faccia dell’American Dream, della violenza e della morte, delle guerre e delle dittature nel mondo. Concorda con Tano Festa perché «… quello che noi facevamo era popolare, non pop. Gli americani erano “pop artist” perché raffiguravano oggetti di consumo veri e propri come simboli artistici da cui trarre l’ispirazione. Noi italiani siamo stati “popular” perché siamo riusciti, viceversa, a consumare l’arte stessa con le citazioni e le estrapolazioni …».

L’esposizione di Argenta presenta quarantuno opere inedite degli anni ’80, certificate ed inserite nell’Archivio Franco Angeli, caratterizzate dal figurativismo geometrico e metafisico: piazze vuote, richiami all’età classica, obelischi e piramidi. Significativo di questo periodo è anche l’uso della marionetta e di alcuni elementi memoriali dell’infanzia, come gli aeroplani, simboli di guerra. Appaiono anche composizioni connotate da una relazione fra natura e cultura, con la rappresentazione di un dialogo molto intenso fra cielo e mare, che sembrano preannunciare le problematiche attinenti agli attuali cambiamenti climatici.

Franco Angeli si spegne a Roma il 12 novembre 1988. La sua è stata un’arte di “pre-visione”, che attraverso lo “schermo” delle immagini mostra cosa sarebbe potuto accadere nel futuro.

È il tema del testo di Giorgio Conti, pubblicato nel catalogo, che mette a confronto le poetiche di Franco Angeli e Andy Warhol, evidenziando le assonanze e, soprattutto, le differenze tra le biografie e tra le pratiche artistiche. Nonostante abbia in comune con la Pop Art statunitense la volontà di oggettivare il reale e in particolare la società dei consumi di massa, Franco Angeli se ne differenzia per due fattori. Il primo è un forte intervento artigianale e manuale a differenza di Warhol che privilegia una tecnica asettica e meccanica. Il secondo è la scelta di lavorare sugli stereotipi culturali e i simboli del potere e non tanto sugli oggetti-merce e sui personaggi del divismo mediatico e politico veicolati dagli strumenti di comunicazione di massa.

Accompagna la mostra il catalogo a cura di Patrizia Poggi, Edizioni Capit Ravenna, con testo di Giorgio Conti, biografia di Sibilla Panerai segretaria dell’Archivio Franco Angeli, bibliografia essenziale, cronologia completa delle mostre personali e collettive dell’artista.

Info: Tel. 800 111 760 ~ 0532 330276

r.rizzioli@comune.argenta.fe.it

www.comune.argenta.fe.it

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