Camera di Commercio di Ravenna: trend positivo per manifatturiero, costruzioni e commercio. Ma si prevede un rallentamento

Il settore è in crescita nonostante le difficoltà nel reperire le materie prime

Il 12 luglio alla Camera di commercio, alla presenza, tra gli altri, del presidente della Provincia di Ravenna, Michele de Pascale, del commissario straordinario dell’Ente camerale, Giorgio Guberti e del segretario generale Mauro Giannattasio, si è tenuto un incontro finalizzato a presentare, nell’ambito della prima riunione del Tavolo sulle opportunità economiche e occupazionali dell’accordo Re.Ri.Ra, i dati congiunturali del primo trimestre 2022 elaborati dall’Osservatorio dell’economia dell’ente camerale. Il dott. Guido Caselli, direttore del Centro Studi di Unioncamere Emilia-Romagna, si è soffermato, in particolare, sui recenti dati – a livello comunale – estrapolati dalla nuova versione della piattaforma informativa Pablo e sugli effetti per l’economia ravennate degli aumenti dei costi di energia, materie prime e semilavorati, nonché dalle difficoltà del loro approvvigionamento.

 

Nel primo trimestre 2022, per l’industria manifatturiera ravennate, tutti i principali indicatori evidenziano una marcata tendenza positiva, rispetto al corrispondente trimestre dell’anno precedente: produzione (+8,4%), fatturato (+12,2%; +15,2% per il volume d’affari realizzato all’estero), ordini (+8,3%; gli ordini dall’estero +11,1%) e si collegano ad un tasso di utilizzo degli impianti che supera l’80% della capacità produttiva e ad un periodo di produzione assicurata dagli ordini, a fine marzo 2022, che sale a 15,4 settimane, raggiungendo il valore massimo tra quelli stimati dal 2015. Trend positivo anche per il fatturato del settore delle costruzioni, sebbene l’incremento, pari a +2,4%, risulti in rallentamento rispetto a quello riscontrato nel trimestre precedente. Tendenza espansiva che si riflette anche sulle nuove aperture nel settore (+200 unità, pari a +3,9% rispetto a marzo 2021). Segnali di rallentamento anche per il commercio al dettaglio, che segna, nelle vendite, un -0,2%.
Prosegue la marcia dell’export delle imprese ravennati: nel confronto con il corrispondente trimestre dell’anno precedente, infatti, i primi tre mesi del 2022 si sono chiusi con un +39,7%, registrando una crescita delle esportazioni di quasi 1.600 milioni di euro, 443,3 milioni di euro in più rispetto all’analogo trimestre dello scorso anno. Tra gennaio e maggio di quest’anno, infine, si sono registrate 1.095 nuove imprese, a fronte di 1.028 cessazioni, per un totale di imprese, nella nostra provincia, di 38.458 unità (+0,6% rispetto ai primi cinque mesi del 2021).

«Gli indicatori positivi ci fanno ben sperare in una ripresa non troppo lontana, ma con i nuovi scenari critici in atto, crisi energetica e tensioni geopolitiche crescenti, le previsioni di crescita sono peggiorate e fortemente riviste al ribasso – evidenzia Giorgio Guberti, commissario straordinario dell’ente camerale. In linea con le proiezioni globali, secondo gli ultimi Scenari di Prometeia, anche la ripresa stimata per il valore aggiunto complessivo ravennate per il 2022 è stata revisionata e ridotta a +2,1%, con una perdita secca di due punti percentuali nel confronto con le valutazioni precedenti, dopo il rialzo record a +7,5% del 2021. E’ importante – chiude Guberti – prolungare le misure finanziarie d’emergenza in questo momento così delicato e complesso per sostenere famiglie e imprese».

«Iniziamo un percorso a cui tutti abbiamo tenuto molto e che darà una linearità ad una pratica già consolidata, basata su un confronto e sinergia fortissima tra associazioni di categoria, sindacati e istituzioni – dichiara il Presidente della Provincia di Ravenna Michele de Pascale – Vista la situazione e la necessità di prendere decisioni in tempo rapido è importante fondare le nostre riflessioni su dati più razionali, più completi e in modalità più condivisa. La pandemia, il post pandemia, le vicende internazionali che stiamo vivendo ci impongono di cercare di governare una situazione totalmente inedita. E nessuno di noi può cimentarsi in previsioni su quando ci troveremo su un nuovo assetto stabile. Questo percorso può essere utile al fine di avere una base comune di discussione. Abbiamo inoltre un’altra grande ambizione che deriva da questo tavolo, cioè quella di fornire un quadro più corretto e più profondo anche a chi deve fare le scelte sulla propria vita: pensiamo ai ragazzi che concludono un percorso di studio o chi è espulso dal mondo di lavoro perché in un settore in crisi. Il senso di questo lavoro è mostrare un territorio che vuole continuare a programmare insieme il proprio futuro ma vuole anche aumentare il livello di scientificità e appropriatezza su come lo fa».

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