01 Set 2024 14:53 - Economia
CAB di Ravenna in ripresa. Nel 2024 prodotte quasi 23 mila tonnellate di cerali
Anche in termini di qualità i risultati raggiunti sono più che positivi e ampiamente superiori alla media
di Redazione
La raccolta dei cereali 2024 delle Cooperative Agricole Braccianti di Ravenna (CAB) si è chiusa in ripresa, nonostante risultati non ancora ai livelli del 2021 e 2022, per un totale di 22.952 tonnellate. In generale, secondo le stime dell’Unione Europea, la produzione di cereali italiana di quest’anno è prevista in calo di circa il 10%. Ma per le CAB di Ravenna il discorso è differente.
Dopo l’alluvione in Romagna
L’alluvione in Romagna del maggio 2023 aveva provocato il crollo della resa media per ettaro (3,99 ton/ha), una situazione che è decisamente migliorata nel 2024 con un valore medio tornato pari a 6,52 tonnellate per ettaro. L’enorme sforzo messo in campo dalle CAB già all’indomani della calamità, per il ripristino dei 6.000 ettari di terreno con mezzi e personale specializzato, ha consentito infatti un recupero importante seppur non ancora definitivo della coltivabilità.
L’analisi della produzione
Facendo un’analisi più approfondita delle produzioni cerealicole delle Cooperative Agricole ravennati appare chiara la predominanza di colture destinate alla filiera delle sementi, che ha raggiunto i 3.519 ettari, di cui 1.619 al grano tenero, 1.685 al grano duro e 215 all’orzo. Della superficie totale, il 12% è condotta con il metodo biologico, mentre la restante è coltivata in produzione integrata.
Anche in termini di qualità i risultati raggiunti sono più che positivi e ampiamente superiori alla media. Il fronte meteorologico ha fatto registrare una variabilità diffusa che però non ha provocato particolari conseguenze, ad eccezione di alcuni episodi di allettamento dei cereali causati da recrudescenze temporalesche.
Il commento di Stefano Patrizi
«Unica nota da segnalare è legata ai costi di produzione (carburanti, concimi, fitofarmaci, sementi, manodopera, ammortamento macchine, oneri vari) che si sono confermati molto alti. Sui mercati internazionali i prezzi dei cereali continuano ad attestarsi su livelli insufficienti a coprire i costi di produzione,condizione inaccettabile per chi si occupa della produzione alimentare di un Paese», commenta Stefano Patrizi, presidente di Promosagri, la cooperativa di consulenza e servizi aderente a Legacoop a cui le CAB sono associate.
Patrizi non manca però di sottolineare il risultato positivo dell’intera campagna, soprattutto se si considerano le perdite registrate post alluvione, e i buoni quantitativi raccolti di grano tenero, grano duro e orzo, tornati in linea con le medie storiche registrate nel corso degli ultimi 50 anni. La prima rilevazione dei cereali nelle CAB risale infatti al 1974; nel corso di questi 50 anni emerge evidente l’aumento progressivo della capacità produttiva, per un delta finale pari al 43%, sebbene la superficie dedicata sia calata del 9%.