Bonaccini a Ravenna: «Il governo Meloni non ha strategie e fa la guerra alle Ong sulla pelle dei migranti»

Presenti al Terminal Crociere anche il prefetto De Castrese, il sindaco de Pascale e la neo parlamentare Ouidad Bakkali.

Forte dell’esperienza dello scorso 31 dicembre, Ravenna non si è fatta trovare impreparata e questa mattina ha accolto gli 84 migranti arrivati a bordo della Ocean Viking intorno alle 12.30.

 

«Quando abbiamo ricevuto la notizia – ricorda il prefetto Castrese Derosa poco prima dello sbarco – ci siamo subito messi in moto e, nel giro di due ore, sapevamo già come organizzarci. Ravenna è una città capace di fare squadra e questo consente di affrontare le situazioni con tempestività ed efficienza. I numeri delle forze messe in campo, in totale 278, sono più o meno le stesse dell’altra volta, visto che la macchina organizzativa ha funzionato. Abbiamo solo fatto qualche piccolo correttivo, per una migliore suddivisione dei reparti all’interno della tensostruttura. La cosa più complicata è sempre la ripartizione dei migranti a bordo della nave. Questa volta siamo riusciti a dare la precedenza ai numerosi minori per cui non è stato facile trovare una collocazione perché ormai comincia a esserci una carenza di strutture in giro per l’Italia. Per fortuna a Ravenna abbiamo subito avuto la disponibilità temporanea della Fondazione Villaggio del Fanciullo che riapre l’ex Villa Nina di Longiano, come già accaduto a fine dicembre, per accogliere 28 minori, in attesa di essere collocati nella rete CAS».

 

Altri 15 minori, su disposizione del Viminale, saranno già in giornata accompagnati ad Alessandria in un CAS di minori. Altre 3 minori sono destinati alla rete SAI del Comune di Ravenna e i rimanenti 12 presso la Cooperativa Sociale Il Solco. Nessuno degli adulti resterà a Ravenna: 20 saranno accompagnati al Centro Mattei di Bologna per essere poi distribuiti nei vari CAS gestiti dalle Prefetture (7 a Bologna, 6 a Modena, 3 a Para, 2 a Piacenza e 2 a Reggio Emilia), mentre i restanti 6 saranno accompagnati 2 a Ferrara, 2 a Forlì-Cesena e 2 a Rimini.

 

Per la prima volta ha assistito allo sbarco anche il presidente dell’Emilia Romagna e candidato alla segreteria del PD. «Solidarietà e umanità sono i pilastri della nostra identità, a prescindere dal governo di turno – afferma Stefano Bonaccini –. Detto questo, a questo punto è evidente che il governo Meloni non abbia una politica migratoria: fa la guerra alle Ong, sulla pelle della gente disperata, ma nel frattempo gli sbarchi sono decuplicati. E dopo anni a urlare “prima gli italiani”, oggi trova solo porte chiuse in Europa, con una credibilità ridotta ai minimi. D’altronde gli slogan portano qualche like in più, ma i problemi restano lì. Al Paese serve più responsabilità da parte di chi è chiamato ad affrontare emergenze umanitarie di questo tipo. L’Italia merita di più».

 

Sulla stessa lunghezza d’onda la neo parlamentare del PD Ouidad Bakkali, presente allo sbarco. «la cosa più preoccupante è non sapere nulla sulla gestione dei flussi, quali siano i criteri – afferma –.  Lo abbiamo chiesto anche in virtù del recente decreto ‘Flussi’ ma non abbiamo ricevuto risposte. Ci preoccupa la gestione dei territori, delle città e dei porti. Non è possibile, come già capitato a La Spezia, portare una nave a 1.500 km dal luogo di salvataggio, per poi obbligare i migranti a fare altri 800 km via terra. Questa è una strategia di chiaro allontanamento delle navi delle Ong, come se fossero loro in qualche modo ad alimentare la problematica. Ma la verità è un’altra: il traffico criminale di migranti continuerà più florido di prima anche senza Ong. Per questo chiediamo un approccio non politicizzato e strumentalizzato sul tema Ong».

 

Guardando al futuro il sindaco Michele de Pascale ha ricordato che il Terminal Crociere di Porto Corsini sarà disponibile solo fino ad aprile, ossia fino all’inizio della stagione delle crociere. «Poi dovremo pensare a nuove soluzioni – suggerisce -. Al momento la Fabbrica Vecchia è l’alternativa più valida anche per evitare di fare ciò che hanno fatto altre città. Non vogliamo utilizzare infatti i terminal container». 

 

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