Ancisi (LpR) sull’incidente al porto: «Urge la messa in sicurezza dei passaggi a livello»

L'incidente è avvenuto giovedì 1° agosto, durante lo svolgimento di alcune manovre ferroviarie nel porto di Ravenna in destra Candiano, con il rischio di sfiorare una tragedia.

A 5 giorni dall’incidente al porto di Ravenna che ha coinvolto un autotreno e una locomotiva, si iniziano a porre delle domande sulla sicurezza degli scali merci. L’incidente è avvenuto giovedì 1° agosto, durante lo svolgimento di alcune manovre ferroviarie nel porto di Ravenna in destra Candiano, con il rischio di sfiorare una tragedia.

Un autotreno, che non si era fermato al passaggio a livello attivo presso la SAPIR, è stato investito da una locomotrice ferroviaria della Dinazzano, addetta al movimento di argilla e fertilizzante, che stava sopraggiungendo. L’urto è stato violento e i danni materiali ingenti. Gli operatori sono usciti illesi, ma solo perché lo scontro non ha colpito la cabina della locomotrice, dove avrebbe prodotto effetti letali, bensì il rimorchio.

Le conseguenze dell’incidente

«La notizia non è stata data dall’Autorità portuale o dalle Autorità politiche a cui fanno capo entrambe le società pubbliche implicate, – spiega Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna – bensì, il giorno dopo, da Sinistra Italiana Ravenna, la quale, definendo l’accaduto “l’ennesimo episodio grave sul lavoro che coinvolge le manovre ferroviarie della destra Candiano nel porto di Ravenna”, ha lamentato come gli operatori della Dinazzano subiscano una disparità di trattamento, per contratti, paghe e turni di lavoro, rispetto ai colleghi della Mercitalia in servizio sulla sinistra Candiano, tra l’altro “costretti in alcuni casi a fare turni alternati con solo otto ore di riposo tra un turno e l’altro, mettendo in seria difficoltà le capacità fisiche e i riflessi in un mestiere molto pericoloso”».

Sabato 3 agosto, è stato il funzionario della Filt Trasporti Cgil Giuseppe Ranuccio a rivelare come questi incidenti non siano occasionali a Ravenna, essendo svariati, nelle fitte connessioni ferroviarie tra i molteplici terminal portuali, i passaggi a livello sprovvisti di sbarra, segnalati appena da un lampeggiante e da un segnale acustico:

«L’intensità, – continua Ancisi – l’urgenza e l’onerosità delle funzioni a cui sono sottoposti gli operatori della logistica portuale su ferro, potendo inevitabilmente produrre anche degli errori, dovrebbero però imporre alle suddette Autorità di non trascurare le condizioni elementari di sicurezza del lavoro».

Gli antefatti

Nel giugno 2023, l’Autorità portuale locale ha dato in concessione all’associazione d’impresa tra la società “Mercitalia Shuntig & Terminal” del Gruppo  Ferrovie dello Stato e la società “Dinazzano Po”, composta da Trenitalia/Ferrovie dello Stato e da TPER (Trasporto Passeggeri Emilia-Romagna),  società anch’essa pubblica facente capo alla Regione e agli enti locali, tra cui il Comune di Ravenna. Mercoledì scorso 31 luglio, la stessa Autorità portuale e il gruppo Ferrovie dello Stato hanno celebrato il rafforzamento delle loro relazioni, sottoscrivendo un  protocollo d’intesa per l’integrazione dei rispettivi sistemi digitali.

Scalo merci antidiluviano

Ancisi Spiega che il caos generale che investe la logistica interna al porto di Ravenna discende anche dal fatto che tale porto, aspirante a raggiungere livelli internazionali di prima grandezza, è provvisto di un solo scalo merci ferroviario antidiluviano ubicato nella periferia della città, presso la stazione passeggeri. E siccome si esaltano gli stretti e proficui rapporti tra le Autorità di cui sopra e le Ferrovie dello Stato, bisogna ricordare che risale addirittura a 28 anni fa l’avvio del progetto di realizzarne uno nuovo a sinistra del porto canale, tuttora però inesistente.

Quello di costruire un secondo avveniristico scalo merci in destra canale entro il 2025 è privo perfino di un progetto necessariamente approvato dal Comune di Ravenna: tutto si è fermato, senza che se ne sappia più niente, dopoché, oltre tre anni fa, Lista per Ravenna chiese di risolvere, con una propria petizione firmata da 1.004 cittadini, i problemi gravi d’impatto sulla città di Ravenna, fino a prima ignorati, dovuti alla necessità di scavare un sottopasso stradale nella via Canale Molinetto al posto dell’attuale passaggio a livello.

«Riguardo a quanto sopra esposto, essendo il Comune di Ravenna rappresentato nel Comitato di Gestione dell’Autorità portuale ed azionista di TPER, chiedo al sindaco – spiega Ancisi – se e come intende attivarsi affinché: siano posti in sicurezza i passaggi a livello ferroviari esistenti nel porto di Ravenna; sia data parità di trattamento, per contratti, paghe e turni di lavoro, agli operatori ferroviari della Dinazzano Po attivi nel porto di Ravenna in destra canale rispetto ai colleghi della Mercitalia Shuntig & Terminal attivi in sinistra canale; siano rispettati i cronoprogrammi più volte annunciati con ritardi non più sopportabili, dimodoché il nuovo scalo merci in sinistra canale entri in funzione nel 2024 e quello in destra canale entro il 2025».

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