Ancisi (LpR): «Salvare una Torre Hamon? Si può»

Ancisi: «Non c’è nulla che vieti di metterne in sicurezza una senza interferire col progetto di parco fotovoltaico che l’Autorità portuale»

Non si rassegna Alvaro Ancisi capogruppo di Lista per Ravenna che, documenti alla mano, dichiara pubblicamente che è possibile salvare almeno una torre Hamon. A seguito di una ricerca Ancisi ha cercato di dare una risposta alle affermazioni del sindaco dell’impossibilità di salvare le torri dell’ex SAROM perchè ormai vetuste scoprendo che in realtà, non tutto è perduto.

Niente vieta di salvare una torre Hamon

«Ho cercato di darmi una risposta, procurandomi la CILA (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata), – spiega Ancisi – presentata in Comune da ENI, proprietaria dell’area, appena il 27 marzo scorso. Da questa il sindaco ha dedotto infatti che le torri Hamon devono essere abbattute per ragioni di sicurezza. Pensavo che ciò risultasse almeno da una perizia, anche se non richiesta dalla legge.

Viceversa la CILA dice soltanto così: “Demolizione di manufatti edilizi esistenti denominati Torri Hamon. Tale intervento si rende necessario e non rimandabile per ragioni di sicurezza, vista la vetustà e lo stato di conservazione delle torri che risultano interessate da fenomeni di disgregazione con possibile caduta di calcinacci, fenomeno ben visibile e già in essere”. Un dogma, non di più. Peraltro, le sole due foto allegate alla CILA (riprodotte qui sopra) le mostrano, all’esterno, apparentemente in salute». 

«D’altra parte, e soprattutto, non c’è nulla che vieti di metterne in sicurezza una senza interferire col progetto di parco fotovoltaico che l’Autorità portuale, – continua il capogruppo di Lista per Ravenna – grazie ad un finanziamento europeo in conto PNRR, intende realizzare in quell’area: “Nel 2021 il procedimento di bonifica dei suoli è stato concluso con la Determina Dirigenziale di ARPA Emilia-Romagna” (nota di ENI del 5 aprile 2024); la torre finora esclusa dai lavori di abbattimento nulla nuocerebbe – diversamente dall’altra – al pieno funzionamento dell’impianto, giacché, essendo posta nel confine dell’area, sul lato nord, non è di ostacolo alla luce del sole, e quindi alla produzione di energia elettrica rinnovabile; non interferisce, infine, con la destinazione industriale del contesto».

Uniti possiamo salvarla

Il presidente dell’Autorità portuale, Daniele Rossi, prenderà in consegna l’area quando “il rogito per la compravendita e il passaggio di proprietà verrà stipulato al completamento delle attività in corso”; tra le due parti è stato inoltre firmato “un protocollo d’intesa per la finalizzazione dell’operazione” (stessa nota di ENI).

«Che esso comprenda o no l’impegno ad abbattere le torri, ENI ed Autorità portuale non potrebbero comunque sottrarsi alla richiesta di preservare quella che non intaccherebbe nulla del progetto, specie se, avanzandola, il sindaco trova sostegno anche nell’opposizione. – sottolinea Ancisi – ENI, dovendo molto a Ravenna e (anche troppo) al suo territorio, mostra interesse e volontà a mantenere proficui rapporti con l’amministrazione comunale e con l’Autorità portuale, di cui il Comune di Ravenna è peraltro parte determinante.»

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