Ancisi (LpR): «I manifesti filorussi non possono essere anonimi. Il Comune proceda a rimuoverli»

Il capogruppo di Lista per Ravenna diffida il sindaco. Il Codice di autodisciplina pubblicitaria impone che i manifesti volti a sensibilizzare il pubblico su tematiche sociali debbano essere firmati

Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna, fa sapere che «il 3 settembre scorso ho trasmesso via PEC una diffida al sindaco di Ravenna e per conoscenza al prefetto». La diffida è relativa al caso dell’affissione di manifesti filorussi a Ravenna senza il nome del committente e si basa sul regolamento per cui i manifesti volti a sensibilizzare il pubblico rispetto a una certa questione sociale non possano essere anonimi.

I manifesti filorussi

In data 27 agosto 2024, la comunità dei cittadini ucraini di Ravenna, rappresentata dall’associazione Malva, ha indirizzato al subdaci una lettera di protesta per l’affissione, negli spazi pubblicitari a pagamento del Comune di Ravenna, di grandi manifesti anonimi con l’intestazione “ITALIA chiama – RUSSIA risponde. Nello specifico, però, l’associazione chiedeva se fosse leggittimo pubblicare questi manifesti in forma anonima.

«Evitando di dare specifico riscontro, la Sua (evasiva) risposta è stata: “I nostri uffici di Ravenna Entrate, fatte le dovute verifiche, ci hanno informato del fatto che prima di concedere l’affissione il manifesto è stato vagliato dalla direzione e non sono state riscontrate le condizioni a norma di legge per vietarne l’affissione”», commenta Ancisi.

Il codice di autodisciplina pubblicitaria

Tuttavia, riporta Ancisi, l’art. 46: “Appelli al pubblico” del Codice di autodisciplina pubblicitaria, titolo VI: “Comunicazione sociale”, dispone, a sua volta, che: “È soggetto alle norme del presente Codice qualunque messaggio volto a sensibilizzare il pubblico su temi di interesse sociale, anche specifici […]. Tali messaggi devono riportare l’identità dell’autore e del beneficiario della richiesta, nonché l’obiettivo sociale che si intende raggiungere […]”.

«Manifesti “sociali” anonimi no – riassume Ancisi -. Ragion per cui aver consentito l’affissione dei suddetti manifesti è stato un errore, riconoscendo doverosamente il quale, il Comune ha l’obbligo, a norma dell’art. 26 del suddetto proprio regolamento, di procedere immediatamente alla loro rimozione».

«Nell’invitarLa formalmente a provvedere in tal senso, – si rivolge al Sindaco – Le preciso che la presente diffida è prodotta ai sensi degli articoli 1, 2 e 2 bis (“principi generali dell’attività amministrativa; conclusione del procedimento; conseguenze per il ritardo dell’amministrazione nella conclusione del procedimento”) della legge 241 del 1990 e dell’art. 328 (“rifiuto di atti d’ufficio”) del codice penale. All’ill.mo Prefetto di Ravenna – che legge in copia la presente per opportuna conoscenza – le valutazioni sulle potenziali ricadute di tali “comunicazioni sociali” sulla tutela dell’ordine pubblico».

Leggi anche: Resistenza Popolare: «Manifesti “La Russia non è il mio nemico” imbrattati. Inaccettabile»

Dalla stessa categoria