“A tirumbëla, mè.” è il monologo di Gianni Parmiani sul mulino crollato nell’alluvione

Va in scena all'Anfiteatro Spada di Brisighella, venerdì 1 settembre alle 21. L'ingresso è libero ma la prenotazione è consigliata

Va in scena all’Anfiteatro Spada di Brisighella venerdì 1 settembre alle 21 il monologo scritto e interpretato da Gianni Parmiani, “A tirumbëla, mè.” (A più non posso, io).

È uno spettacolo che diverte, ma allo stesso tempo resta sospeso tra sogno e poesia, con da lampi di comicità. L’ingresso è a offerta libero e lo spettacolo fa parte della rassegna “Suoni e Parole: un simposio informale tra le pietre di Luna”.

Il teatro in dialetto romagnolo

La riscoperta e la rivalutazione di poesia e teatro in dialetto, sostenuta dall’azione illuminata di un movimento spontaneo e variegato di artisti, poeti e intellettuali, tra cui il compianto Ivano Marescotti, sta ottenendo sempre più seguito.

Tra i fautori di questo movimento ci sono i fratelli Parmiani, che, portando avanti una tradizione di famiglia, hanno tramandato e rinnovato il teatro romagnolo con un proficuo sodalizio artistico. Hanno saputo fondere tradizione, cultura popolare e cabaret, dedicandosi con continuità e dedizione sia al teatro dialettale che a quello in lingua.

Gianni, uno dei due fratelli Parmiani, poco prima dell’alluvione cha colpito la Romagna a maggio, mese tradizionalmente caro ai romagnoli (La Majé- la maggiolata), aveva allestito uno spettacolo incentrato proprio sul mulino che le acque melmose del Santerno in piena spazzeranno via: “A tirumbëla, mè.” (A più non posso, io).

Per info e prenotazioni: proloco Brisighella 054681166, Accademia Melo Silvestre APS 3779887578.

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