A Lido di Classe Sgargabonzi con “Trattatello definitivo sulla Riviera Romagnola”

Questa sera - domenica 8 alle 21.30 - all’Arena del Sole di Lido di Classe lo spettacolo clou dell’intera programmazione estiva di Festival Naturae

Rimandato a metà agosto causa maltempo, arriva questa sera – domenica 8 alle 21.30 – all’Arena del Sole di Lido di Classe lo spettacolo clou dell’intera programmazione estiva. Ospite del Festival sarà infatti il poliedrico showman toscano Alessandro Gori, noto come “Sgargabonzi”.

Attore, scrittore, vincitore del Premio della Satira nel 2022, Gori arriva all’Arena con un doppio evento: in prima serata, lo spettacolo “Trattatello definitivo sulla Riviera Romagnola”. Dopo lo spettacolo, la presentazione del suo ultimo libro “Gruppo di Leprecauni in un interno”, con l’autore che sarà intervistato da Elia Tazzari. 

Le parole di Gori

La serata sarà aperta da un’ulteriore “chicca”. Ce la racconta lo stesso Gori. «Vengo dalla Val di Chiana, un’ex palude, la Louisiana italiana. Qua siamo tutti redneck, figli di consanguinei, basta cercare di farsi dare il resto giusto in un ferramenta per accorgersene. Quindi conosco la natura più aspra, come amo la connotazione selvaggia del mare adriatico. Aprirò il live con Hans e Gretchen, una mia versione della favola dei Grimm ambientata nella pineta di Lido di Classe».

Quindi, appunto, il “Trattatello definitivo sulla Riviera Romagnola”. Che nelle parole dello stesso Gori, «è uno spettacolo di satira irriverente e abrasiva con venature di surreale e grottesco, ma anche un tributo alla Riviera Romagnola, Arcadia dei miei anni verdi, buen retiro del presente e, spero, Shangri-La dove trascorrere l’eternità. Cercherò di raccontarla fuori dai cliché e le banalità, da alloctono toscano che farebbe di tutto per essere romagnolo».

Dopo lo spettacolo, infine, la presentazione dell’ultimo libro, edito da Rizzoli Lizard. «Una sorta di manuale di caccia – continua Gori – dove cerco di snidare e tritare a dadini i demoni minori della nostra contemporaneità, dai baristi che disegnano sui cappuccini agli oncologi sul triclinio, dai principi del boudoir ai ristoratori romani, passando per indie sanremese, cospirazionismo, talebani del viaggio e lutti social. È il mio settimo libro. È stato definito su The Paris Review: “l’Inferno di Dante, scritto meglio».

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