Gli alluvionati protestano in piazza del Popolo. “Abbiamo paura, vogliamo risposte certe”

Richiesta l'istituzione di un tavolo unico, con progetti e programmi chiari e un sistema di monitoraggio pubblico per garantire la trasparenza sull'avanzamento dei lavori.

I comitati degli alluvionati romagnoli sono scesi in piazza del Popolo a Ravenna, nella mattina di domenica 24 novembre, per chiedere risposte certe e soluzioni urgenti. Nello specifico, hanno partecipato alla manifestazione rappresentanti dei Comitati cittadini alluvionati di Ravenna, così come quelli di Conselice, Sant’Agata sul Santerno, Castel Bolognese, Unione della Romagna Faentina, e fuori provincia, quelli di Forlì, Cesena, Val di Zena e Bassa Valle dell’Idice.

L’obiettivo della manifestazione di protesta

L’obiettivo della manifestazione, apolitica, è stato quello di sensibilizzare le istituzioni sul tema dei rimborsi per i danni subiti e sulla insufficiente manutenzione delle infrastrutture idriche, a partire dalle promesse non mantenute dopo l’alluvione di maggio 2023. “Dopo 18 mesi, non succede nulla. Di chi sono le responsabilità? A chi dobbiamo chiedere?”.

Alla base della protesta, c’è soprattutto la paura. “Non è possibile provare angoscia ogni volta che piove”, questa frase è ripetuta come un mantra dai vari partecipanti. C’è chi ha ricordato quanto accaduto anche solo ieri, sabato 23 novembre, a Brisighella, dove un po’ di pioggia ha fatto accumulare 10 centimetri d’acqua nei campi.

Le richieste degli alluvionati

Tra le richieste, l’istituzione di un tavolo unico, con progetti e programmi chiari da poter monitorare passo dopo passo in modo che i cittadini sappiano in qualsiasi momenti chi fa cosa. Quindi un sistema di monitoraggio pubblico, per garantire trasparenza sull’avanzare dei lavori. Una sorta di “diario pubblico”, come quello proposto nei giorni scorsi dal Comune di Faenza.

La manifestazione è stata anche l’occasione di commemorare le 18 vittime dell’alluvione e di dare voce agli alluvionati che hanno condiviso i loro disagi quotidiani. Per far capire che, se non si fa qualcosa di importante, nessuno potrà stare davvero tranquillo sul territorio.  

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