Solarolo: le celebrazioni per 80° Anniversario dell’Eccidio di Ponte Felisio

Domenica 1 settembre, alle 10:30, ritrovo presso il Monumento alle Vittime dell’eccidio nel piazzale della Chiesa di Felisio, dove alle 11 si terrà una Messa

Domenica 1° settembre 2024 si svolgeranno le celebrazioni dell’80° Anniversario dell’Eccidio di Ponte Felisio (2 settembre 1944), in cui nove cittadini innocenti persero la vita durante una rappresaglia nazi-fascista a Solarolo.

Eccidio di Ponte Felisio

La sera del 1° settembre 1944 un sedicente gruppo di partigiani uccide un militare tedesco alla guida di una camionetta, ritrovata rovesciata nel fosso all’incrocio tra via Felisio e via Corona a Solarolo. Il giorno seguente scatta immediatamente la rappresaglia, di cui saranno vittime nove cittadini innocenti residenti fra Faenza e Castel Bolognese. Studente di aeronautica, contadino, meccanico, ferroviere, riparatore fabbricante di scope, maniscalco: questa la colpa delle vittime civili della violenza nazi-fascista. Dopo una notte di percosse e di torture, i malcapitati saranno poi fucilati e appesi ai pali del telefono.

Il programma

Per non dimenticare questo episodio e per ribadire la propria contrarietà a ogni guerra, l’Amministrazione Comunale di Solarolo anche quest’anno promuove una mattinata in ricordo delle vittime ed invita la cittadinanza a partecipare. Alle ore 10:30, ritrovo presso il Monumento alle Vittime dell’eccidio nel piazzale antistante la Chiesa di Felisio (Via Mons. Antonio Gamberini), dove alle ore 11:00 si terrà una S. Messa in suffragio delle vittime dell’eccidio.

Al termine della funzione religiosa, in programma un momento per onorare i caduti, la deposizione di una corona di alloro ai piedi del monumento eretto a ricordo dell’eccidio e di un mazzo di fiori al vecchio cippo, da parte dell’Amministrazione Comunale. Le conclusioni saranno a cura del Direttore dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Ravenna e Provincia, dr. Giuseppe Masetti.

«Vittime innocenti della rappresaglia nazifascista furono appesi come lampade ai pali sulla pubblica strada. Ma quelle lampade umane continueranno a mandare una luce misteriosa e bruciante di rimprovero alle coscienze che peccarono; monito di amore e di perdono a quanti cercano l’avvento di giorni migliori», Mons. Giuseppe Babini.

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