Al Centro relazioni culturali di Ravenna, un incontro sul patrimonio culturale ucraino
La professoressa Maria Cristina Carile illustrerà l'evoluzione storico-culturale dei territori ucraini per comprendere meglio le questioni della guerra in atto
Foto: Cattedrale di Santa Sofia, Kiev – Rbrechko, Wikimedia CommonsVenerdì 15 aprile Maria Cristina Carile, docente di Storia dell’Arte bizantina all’Università di Bologna, terrà un approfondimento sul patrimonio culturale dell’Ucraina in sala D’Attorre di Casa Melandri.In un momento in cui l’Ucraina è diventata lo scenario di una delle più terribili guerre degli ultimi anni, la conferenza si propone di esplorarne il patrimonio artistico e monumentale, sviluppatosi fin dalla tarda antichità come emanazione o in diretta dipendenza da Bisanzio. Attraverso alcuni casi di studio, si osserveranno oggetti e architetture poco note scoprendo la loro tradizione e si porterà all’attenzione della cittadinanza l’importanza dei territori dell’odierna Ucraina all’interno dello sviluppo storico e culturale del Mediterraneo. A subire le ripercussioni di questa guerra infatti c’è anche il tesoro culturale dell’Ucraina. Un tesoro che coinvolge opere d’arte e monumenti di tutte le epoche, sparsi su un territorio che è il secondo in Europa per estensione.Sono sette, in particolare, i siti ucraini iscritti nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco. Minacciati dai bombardamenti, questi beni storici e artistici rischiano ora di essere distrutti, devastati, razziati. Sono pagine di storia millenaria che potrebbero sparire in pochi secondi, cancellando per sempre tracce del nostro passato. Da sempre ponte tra Oriente e Occidente, l’Ucraina è un paese ricco di storia e tradizioni secolari nel quale hanno sempre convissuto diverse anime e diverse culture. A 50 anni dalla ratifica della Convenzione sul patrimonio materiale, firmata a Parigi nel 1972 per la salvaguardia del Patrimonio da catastrofi naturali e distruzioni da parte dell’uomo, affinché possa essere trasmesso alle generazioni future, è importante che Ravenna, sede di otto monumenti inseriti nella World Heritage List si unisca nella riflessione su quanto la degradazione o la sparizione di un bene del Patrimonio Mondiale costituisca la perdita di una testimonianza eccezionale (e pertanto unica) ed universale (ovvero importante per tutti i popoli del mondo).Maria Cristina Carile è una bizantinista specializzata in arte e archeologia al Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna. Lo studio congiunto delle fonti materiali, visive e testuali caratterizza la metodologia applicata alla sua ricerca. Attualmente si sta dedicando alla cultura artistica e alla circolazione dei codici di comunicazione visiva nel Mediterraneo tardoantico e bizantino. Ha presentato i suoi lavori a congressi e conferenze e tenuto seminari universitari in ambito nazionale e internazionale.L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti e, nel rispetto delle normative vigenti, saranno osservate le disposizioni sanitarie in materia.