21 Lug 2024 10:25 - Arte
Ai magazzini del Sale di Cervia: “Specchio delle mie brame – La seduzione dell’autoritratto”
La mostra prende in esame l’autoritratto attraverso 120 anni di storia ed è suddivisa in 4 sezioni
di Redazione
È stata inaugurata venerdì 19 luglio, alle ore 18.30, presso i Magazzini del Sale di Cervia, la mostra “Specchio delle mie brame – La seduzione dell’autoritratto”, organizzata e promossa dalla CNA di Ravenna e curata dal prof. Claudio Spadoni. Sono intervenuti il Sindaco di Cervia, Mattia Missiroli, l’Assessore alla Cultura del Comune di Cervia, Federica Bosi, il Presidente e il Direttore della CNA di Ravenna, Matteo Leoni e Massimo Mazzavillani, e il prof. Claudio Spadoni.
Il Direttore della CNA Territoriale di Ravenna, Massimo Mazzavillani ha introdotto e moderato gli interventi esprimendo grande soddisfazione per le tante persone presenti all’inaugurazione e ringraziando il Comune di Cervia per aver accolto con entusiasmo, ancora una volta, questa importante iniziativa e il prof. Spadoni per la sua preziosa collaborazione che ha portato, ancora una volta, una proposta di altissima qualità artistica.
La mostra
Il prof. Claudio Spadoni ha brevemente presentato la mostra di quest’anno: la mostra “Specchio delle mie brame” prende in esame l’autoritratto attraverso 120 anni di storia, dalla prima opera esposta, l’autoritratto di Antonio Mancini che si toglie il cappello come a dare il benvenuto ai visitatori, fino alle opere più recenti, realizzate appositamente per questa mostra. Nato come genere artistico nel Rinascimento, l’autoritratto si sviluppa in quel contesto storico che vede l’artista evolvere dalla condizione di artigiano a quella di operatore intellettuale. Il percorso espositivo è un viaggio nella rappresentazione di sé stessi, da quella realistica della propria immagine fino alla rappresentazione concettuale di alcuni specifici caratteri identitari.
È organizzato in quattro sezioni: Realismi e premonizioni comprende una serie di protagonisti della pittura italiana del secolo scorso – tra gli altri, Mancini, Sironi, Balla, Notte, Mascellani, Corsi, Menzio, Guttuso e Manai – che praticano l’autoritratto in modo mimetico, ovvero rappresentandosi in modo realistico; nella sezione Il mito personale troviamo artisti quasi ossessionati dalla rappresentazione di sé stessi, come Moreni, Beuys, Zavattini, Abramovic; in Lo specchio e la scena in primo piano troviamo lo specchio, diversamente rappresentato da alcuni artisti come Giosetta Fioroni o Michelangelo Pistoletto, lavori che ogni volta si caricano delle presenze dell’osservatore che “entra” per così dire nell’opera.
L’ultima sezione, Narciso. Oltre lo specchio, metafore e metonimie riporta il mito di Narciso, in tutte le sue implicazioni, attraverso le metafore e le metonimie di linguaggi che dalla pittura agli oggetti rappresentano una gamma di soluzioni creative che sono specchio di un’attualità quanto mai multiforme, qui troviamo artisti come Luigi Ontani, Filippo Farneti, Nicola Samorì e molti altri.
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