26 Giu 2024 10:00 - Community
«Mia madre, 89 anni, dimessa da un giorno, torna in ospedale. Salvata dal lavoro di squadra»
Ivano Mazzani racconta il calvario della madre. «Il mio ringraziamento va a tutta la equipe in medicina 4° piano. Il mio sostegno va al servizio sanitario pubblico per quello che può servire. Un sostegno pieno, per i diritti e la dignità tutte le persone, dei pazienti dei loro cari, dei professionisti che ci lavorano nelle diverse responsabilità»
di Redazione
«Mia madre – paziente fragile di 89 anni – dopo un’ischemia, il 25 maggio è stata dimessa in ‘malo modo’: dimissione anticipata che è stata motivo di criticità e di ritorno dopo 24 ore in ospedale. Con grande sorpresa, dopo che la mia lettera è stata pubblicata dalla stampa locale (ai primi di giugno), è venuta da me la primaria di medicina la dottoressa Sama e da lì hanno iniziato a prendersi cura della ‘non salute’ di mia madre».
Così racconta Ivano Mazzani, cittadino ravennate, curatore di diverse rassegne culturali nel Ravennate, alle prese con i problemi della sanità, che a volte grazie al lavoro di squadra si riescono a superare.
Il lavoro di squadra
In sostegno della madre di Mazzani è intervenuta un’«equipe medica, della dottoressa Catenaro, Emiliani e Servadei e anche della stessa primaria. Con loro c’è stata un confronto quando a turno erano presenti in reparto, su come programmavano le indagini, le terapie la farmacopea e come attivarsi integrata nei vari ruoli e nei vari modi professionali».
«Con gli infermieri e operatrici sanitarie, dopo quella affrettata dimissione anche rischiosa del 25 maggio, si è costruito insieme ognuno nei propri ruoli e nelle proprie differenze uno scambio nei confronti, sia a livello umano che professionale dentro la realtà di una paziente fragile come mia madre. Un lavoro quotidiano capace di affrontare le diverse criticità fisiche e anche psicologiche e di cura di mia madre», continua Mazzani.
Le riflessioni di Mazzani sul sistema sanitario nazionale
«Questo è valso anche per me, certo non dal punto di vista terapeutico o farmacologico, ma per la relazione, il confronto, lo scambio e il supporto che è stato un patrimonio importante. Importante anche per rivedermi e ridiscustere anche con me stesso».
«Quindi il mio ringraziamento è sincero a tutta la equipe in medicina 4° piano, in tutti i loro ruoli e il mio sostegno al servizio sanitario pubblico per quello che può servire. Un sostegno pieno, per i diritti e la dignità tutte le persone, dei pazienti dei loro cari, dei professionisti che ci lavorano nelle diverse responsabilità. Per questo motivo bisogna, pur mantenendo una propria criticità di osservazione e di pensiero come cittadini, che il sistema pubblico sanitario che sempre più rinforzato, valutato, aiutato e finanziato», continua Mazzani.
«Un sistema sanitario pubblico e ospedaliero, non solo per l’efficienza e le terapie, la deontologia e la capacità professionale e le tempestive risposte diagnostiche, ma soprattutto per l’importanza del suo patrimonio che deve essere e restare sempre più il riferimento per una salute pubblica ed individuale», conclude.
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