25 Giu 2024 11:35 - Economia
Le imprese ravennati faticano a trovare laureati. I più richiesti? Economisti e ingegneri
Introvabili gli ingegneri elettrotecnici e quelli informatici, ma anche infermieri e ostetriche, farmacisti e medici generici
di Redazione
Le imprese ravennati, secondo la Camera di Commercio, hanno difficoltà a trovare quasi 1 laureato su 2. Nel 2024, le imprese dell’industria e dei servizi hanno pianificato di assumere poco più del 13% del totale dei contratti di lavoro programmati. I dati sono ricavati dal sistema informativo Excelsior che Unioncamere realizza in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, relative alle opportunità di lavoro per i laureati e analizzate insieme ad AlmaLaurea nel volume “Laureati e lavoro”.
Economia e ingegneria le lauree più richieste
L’indirizzo economico è il corso di laurea più richiesto dalle imprese, seguito dall’insieme degli indirizzi di ingegneria, suddivisi in ingegneria industriale, in ingegneria civile, in architettura e in ingegneria elettronica e dell’informazione e 15mila in altri indirizzi di ingegneria. Tra gli altri indirizzi più richiesti figurano anche quello di insegnamento e formazione, quello sanitario e paramedico e quello scientifico-matematico-fisico-informatico.
Le motivazioni della difficoltà di reperimento
Le imprese ferraresi e ravennati riscontrano difficoltà nella ricerca di 1 laureato su 2, pari al 49% delle entrate di laureati, accentuando una situazione già complessa e che, nel 2019, riguardava 1 laureato su 3. Nel 61% dei casi il motivo di tali difficoltà è dato dal “gap di offerta”, ovvero un ridotto numero di candidati disponibili sul mercato, soprattutto quando si ricercano laureati degli indirizzi statistico, sanitario e paramedico, medico e odontoiatrico e chimico-farmaceutico. Più contenute le difficoltà di reperimento legate al “gap di competenze”, ovvero collegate alla formazione non adeguata, indicate dalle imprese nel 29% dei casi.
I laureati introvabili
Le professioni che le imprese fanno più fatica a reperire per i laureati interessano in particolare l’ambito ingegneristico, medico e paramedico e scientifico. Più nel dettaglio, tra le professioni “introvabili” si evidenziano gli ingegneri elettrotecnici (91%), gli ingegneri dell’informazione (poco più dell’80%), le professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche (79%), i tecnici gestori di reti e di sistemi telematici (74%), i farmacisti (71%), gli specialisti in terapie mediche (71%), i medici generici (70%) e i progettisti e amministratori di sistemi (69,8%).
I tassi di occupazione
A livello nazionale, i dati dell’indagine di AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati offrono indicatori utili dal lato dell’offerta per comporre un quadro più completo sul mercato del lavoro del capitale umano altamente qualificato. Nel 2022 il tasso di occupazione – a un anno dal conseguimento del titolo – è pari al 75,4% tra i laureati di primo livello e al 77,1% tra i laureati di secondo livello. Il confronto con le precedenti rilevazioni conferma il trend positivo non solo rispetto all’anno precedente ma anche rispetto a quanto osservato nel 2019.
Inoltre, con il trascorrere del tempo dal conseguimento del titolo, le opportunità occupazionali offerte ai laureati migliorano: a cinque anni dalla laurea il tasso di occupazione è infatti pari al 92,1% per i laureati di primo livello e all’88,7% per quelli di secondo livello. Nel dettaglio, si osservano tassi di occupazione più elevati a cinque anni dalla laurea per gli indirizzi ingegneria elettronica e dell’informazione (96,2%), statistica (95,8%), ingegneria industriale (95,6%), altri indirizzi di ingegneria (95,0%) e nell’area scientifica, matematica, fisica e informatica (92,6%).
L’analisi del presidente della Camera di Commercio. Giorgio Guberti: «Bisogna fare i conti con la curva demografica»
«L’Italia e i territori di Ferrara e di Ravenna – ha evidenziato il presidente della Camera di commercio Giorgio Guberti – devono tenere conto della curva demografica. Per ogni giovane europeo tra i 15 e i 29 anni ne contiamo 9 asiatici. Il tema porta con sè inevitabilmente riflessioni sulla capacità di attrarre giovani, di formarli, di motivarli e di offrire loro un lavoro e un ambiente piacevole in cui vivere».
«Era da anni – ha proseguito il presidente – che non sentivo con tanta intensità i nostri imprenditori lamentarsi per la ricerca sempre più affannosa di collaboratori. Un segnale cui le imprese stanno reagendo con contratti di lavoro che si aprono sempre più ai temi del welfare, del benessere della persona, della flessibilità degli orari. Sono sempre di più le imprese che stanno dando vita a nuovi modelli organizzativi che pongono la persona al centro dello sviluppo. Ma alle iniziative dei singoli va aggiunta un effettivo taglio strutturale del cuneo fiscale, un’azione di sistema».
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