10 Dic 2022 10:48 - Cronaca
Una via Baiona scivolosa per il fango del porto di Ravenna. Continua la protesta
strada troppo pericolosa. Bisogna intervenire
di Redazione
Mercoledì 7 dicembre, dal tratto cittadino di via Baiona è arrivata al Consiglio territoriale della Darsena, competente su questa strada, la seguente invocazione: “[…]negli ultimi mesi la nostra zona che va dal ponte dello scolo Fagiolo alla rotonda Belgio è stata nel periodo secco invasa da polveri sottili provenienti dalle casse di colmata di fronte al Piccolo Hotel, poi dal fango sulle strade portato dai camion che escono dallo stesso cantiere. La situazione che stiamo subendo noi abitanti della zona è di enorme disagio. La strada è sempre ricoperta da fango che la rende pericolosa. Anche i ragazzi che ogni mattina prendono l’autobus alla fermata vengono costantemente sporcati dalle auto di passaggio. Il Comune intervenga per gestire al meglio questa situazione […]”. Più esplicito il messaggio inviato a Lista per Ravenna: “[…] passano nel pomeriggio con una spazzatrice, lavano le gomme, ma è insufficiente. Noi della zona stiamo iniziando ad essere preoccupati che in Comune sottovalutino il pericolo a cui andiamo incontro e ci stiamo attivando per fare volantinaggio per far capire a più gente possibile le motivazioni delle nostre lamentele. La strada è coperta di fango e i pozzetti sono intasati. Ci viene da pensare che al Comune di noi e dell’incolumità di chi passa per via Baiona interessi poco o niente”.
Mercoledì 30 novembre Lista per Ravenna aveva chiamato in causa l’Amministrazione comunale pubblicizzando la propria nota: “Via Baiona infangata dai detriti portuali. Rischio di incidenti da rimuovere”. Segnalammo – come se il Comune non dovesse saperlo – che questo tratto di via Baiona, a poche centinaia di metri dal centro storico e ancor meno dal Mausoleo e dal Parco Teodorico, era continuamente sporco e coperto di terriccio, che aveva reso il manto stradale sdrucciolevole. I mezzi che rovesciano i fanghi del porto in una decina di casse di colmata scavate sugli ex campi di grano, tra il distributore Ego e via Fosso Fagiolo, lasciavano sul suolo una fitta scia, che aveva perfino inscurito il colore della carreggiata. Avevamo avvertito che, con la riapertura del ponte sullo scolo Fagiolo dopo i lavori di assestamento, avvenuta poi sabato 3 dicembre, il traffico stradale – notoriamente intenso, in gran parte formato da automezzi pesanti, essendo passaggio obbligato verso le entrate est del cimitero, il distretto chimico, le numerose industrie successive e i lidi nord – avrebbe subito un pressante rischio di incidenti a causa dell’effetto pattinamento. È successo così.
La maggiore sciagura è stata consentire che 259 mila metri quadrati di terreno agricolo posto nella prima periferia cittadina, a lato di una strada urbana di transito esorbitante, diventasse “deposito definitivo” dei fanghi dragati dai fondali del porto canale. Esistono, destinate a tale scopo da una decina di anni almeno, ma non ancora impegnate, due aree logistiche di 409.000 e 243.000 metri quadrati interne alla zona portuale, sul lato destro del canale Candiano, sufficienti per realizzare il progetto di “Hub portuale”, l’unico finora approvato dal Governo per scavare i fondali dagli attuali 10 metri scarsi a 12,50, estraendone i fanghi. Si vuole anche trasformare via Baiona in una pattumiera scivolosa?
C’è tuttavia una norma di legge che impone di affrontare e reprimere con urgenza questo dissesto, evitando che si riproponga. L’art. 15 del Codice della Strada vieta infatti di “spargere fango o detriti” sulle strade ai “veicoli provenienti da accessi e diramazioni”, prevedendo l’obbligo di ripristino dei luoghi “sporcati” nello stato in cui si trovavano prima. Invito perciò, ora formalmente, il sindaco, organo responsabile dell’Amministrazione comunale secondo l’art. 50 del Testo Unico degli Enti Locali, ad attivare i propri uffici competenti perché lo applichino al caso in oggetto. Per gli adempimenti immediati di pulizia della strada, valuti se affidarsi alla Polizia Locale. Per evitarne il ripetersi, verifichi, ad esempio, se possa essere utile un’ordinanza del dirigente del servizio Mobilità e Viabilità che imponga al direttore dei lavori le direttive necessarie, sottoponibili a verifica, affinché i mezzi in arrivo e soprattutto in uscita dal cantiere non lascino più detriti di qualunque genere lungo il loro percorso stradale. Si consideri quest’atto come diffida a procedere onde evitare che si instaurino i presupposti dell’omissione di atti d’ufficio.