Cresce il numero delle aziende ravennati che puntano sulla sostenibilità e scelgono di inserirla tra gli obiettivi delle proprie strategie di business, segno di una presa di posizione netta nei confronti dell’impatto ambientale e sociale della propria attività che implica l’allargamento di questa attenzione a tutti i suoi processi aziendali: nel 2021, fa sapere la Camera di commercio, sulla base del tredicesimo Rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere sulla green economy italiana, il 26,6% del totale delle imprese ravennati dell’industria e dei servizi ha investito, o lo faranno quest’anno, in tecnologie sostenibili per ridurre l’impatto ambientale, risparmiare energia e contenere le emissioni di CO2. Una propensione che abbraccia tutti i settori dell’economia locale – da quelli più tradizionali a quelli high tech, dall‘agroalimentare all’edilizia, dalla manifattura alla chimica, dall’energia ai rifiuti – e che sale al 40% nel manifatturiero.
L’orientamento green si conferma, dunque, un fattore strategico per la nostra provincia: alla green economy si deve poco meno del 10% del valore aggiunto del PIL provinciale, ed oltre il 14% delle assunzioni previste dalle imprese ravennati per i prossimi mesi riguarderà figure professionali legate alla sostenibilità, ossia occupati che applicano competenze ‘verdi’. Tra le professioni più richieste dalle aziende, l’installatore di impianti termici a basso impatto, l’ingegnere energetico, l’auditor esperto in emissioni di gas serra in atmosfera, lo statistico ambientale, l’operatore marketing delle produzioni agroalimentari biologiche, il risk manager ambientale, l’ingegnere dell’emergenza, il progettista di architetture sostenibili, l’esperto in demolizione per il recupero dei materiali, l’esperto del restauro urbano storico, il serramentista sostenibile e l’esperto nella commercializzazione dei prodotti di riciclo.
Le aziende green hanno, inoltre, un dinamismo sui mercati esteri nettamente superiore al resto del sistema produttivo provinciale: esportano nel 36% dei casi, a fronte del 27% di quelle che non investono nel verde. Nella manifattura, il 44% contro il 24%. E sono più presenti nei mercati extra-europei. Ancora, le imprese green innovano di più delle altre: il 24% ha sviluppato nuovi prodotti o servizi, contro il 10% delle non investitrici. Spinto da export e innovazione, il fatturato è aumentato, fra il 2020 e il 2021, nel 49% delle imprese che investono green, contro il 38% delle altre.
“In questa fase drammatica – ha sottolineato Giorgio Guberti, commissario straordinario della Camera di commercio di Ravenna – emerge con più forza la necessità di una svolta decisa verso una sostenibilità reale, che arrivi a coinvolgere i processi aziendali e produttivi. I dati del nuovo rapporto sulla Green economy ci dimostrano come questa consapevolezza si stia diffondendo in modo significativo nel nostro territorio, coinvolgendo imprese, istituzioni ed enti non profit nello sviluppo di nuovi modelli di creazione di valore nell’interesse della collettività. La Camera di commercio da anni promuove l’economia circolare con numerose iniziative sul territorio e nella diffusione di buone pratiche, costruendo reti di collaborazione stabile su questo tema. Occorre – ha concluso Guberti – unire gli sforzi di tutti per tenere insieme sviluppo economico, coesione sociale e tutela dell’ambiente: soltanto così potremo generare valore per le comunità e per il nostro sistema di imprese”.
Anche per questo, come al tempo della pandemia, la Camera di commercio assicurerà alle imprese il più ampio sostegno economico ma è anche impegnata, insieme alle associazioni di categoria, a formulare proposte concrete per la semplificazione, ad esempio, degli iter burocratici per l’installazione di impianti di energia alternativa. Allo studio dell’Ente di Viale Farini, inoltre, un bando per l’acquisto di beni e attrezzature funzionali al risparmio energetico e/o idrico che consentano di ridimensionare i costi aziendali e l’uso di combustibili inquinanti.